mercoledì 2 febbraio 2022

Un antropologo su Marte

 


"Il più delle volte mi sento come un antropologo su Marte" confessa ad Oliver Sacks la paziente autistica di cui si racconta la storia nell'ultima parte di questo libro.
Ed è la stessa persona che, per superare le proprie difficoltà a capire le emozioni umane, escogiterà una "macchina per abbracciare".
Nella sua assoluta singolarità di scrittore, anche Sacks sembra avere escogitato qualcosa di simile, qualcosa che gli permette, al di là della malattia, di "abbracciare" il malato.
Unendo alla vocazione di narratore clinico una stupefacente capacità di empatia, Sacks riesce infatti a spingersi molto avanti nel territorio oscuro della malattia, là dove si celano le sue ragioni profonde, spesso elusive per la pura ragione medica.
Il paradosso è questo; in talune circostanze eliminare la malattia significa operare una mutilazione sul paziente.
E l'unico mezzo per evitarlo è penetrare nel romanzo neurologico che il paziente vive e spesso è incapace di comunicare o comunica in un modo che gli altri non sanno capire.
Di questo processo delicato e affascinante, che ormai ci appare come il sigillo dell'opera intera di Sacks, si danno qui sette esempi, sette "casi straordinari" destinati ad imprimersi per sempre nella memoria dei lettori: non più in quanto bruti "casi", ma in quanto storie di individui unici, ciascuno dei quali abita (e in un certo senso ha creato) un modo suo proprio.

Non smette di stupirmi la ricerca che Sacks fa dell'uomo, E la particolarità della sua ricerca sta nel guardare al particolare per trovare il generale. Una capacità che lo rende unico nel descrivere situazioni al limite... casi che non vediamo o fingiamo di non vedere, forse perché complessi da comprendere, stranianti e per certi versi capaci di impaurire.
Conosciamo così casi di persone con capacità mnemoniche incredibili, o di calcolo fuori dagli schemi, geni incastrati nella loro malattia, o persone semplici colpite da quello che per molti è un dramma ma per loro oramai divenuto motivo di orgoglio... la diversità... in ogni sua declinazione.

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