lunedì 13 febbraio 2023

L'ultimo uomo bianco

Un mattino Gregor Samsa, commesso viaggiatore, si sveglia da sogni inquieti e si ritrova trasformato in un immane insetto; anni dopo Anders, personal trainer in una anonima palestra di una città indefinita, si sveglia e scopre di essere diventato di un innegabile marrone scuro. L'incredulità presto cede il passo alla furia omicida: Anders si sente vittima di un crimine. "Un crimine che gli aveva portato via ogni cosa, che gli aveva portato via sé stesso".

Si scaglia contro la propria immagine allo specchio, si rimetta a letto sperando che quell'uomo scuro se ne vada, chiama al lavoro per dire che é malato, molto malato, più di quanto immaginasse, si aggira per la città e scopre che le persone che lo conoscevano, non lo conoscono più, e infine telefona a Oona.

Oona, giovane insegnante di yoga, sta provando a prendersi cura di sua madre e di sé stessa, dopo la morte del fratello gemello: fra lei e Anders si è da poco riaccesa un'attrazione nata tra i banchi di scuola, ma quando Oona passa da lui dopo il lavoro rimane di stucco di fronte all'uomo che apre alla porta, e sulle prima fatica a riconoscerlo.

Ciò che Oona e Anders ancora non sanno é che la trasformazione sta prendendo piede ovunque: tutte le persone bianche stanno diventando scure, e la tensione sociale continuerà a crescere, sfociando in risse, sparatorie, suicidi e sommosse, finché l'ultimo uomo bianco verrà sepolto e la bianchezza non sarà che un ricordo.

Hamid in un vortice di frasi che, come i personaggi che le abitano, sembrano sorrette da un disperato bisogno di stabilità identitaria, confeziona un romanzo di commovente lucidità sulla perdita del privilegio, un'opera in cui frustrazione e violenza si trasformano nelle promesse di futuro "a volte sembrava che la città fosse una città in lutto e il Paese un Paese in lutto, e questo si addiceva a Anders, e si addiceva a Oona, dato che collimava con i loro sentimenti, ma altre volte sembrava il contrario, che stesse nascendo qualcosa di nuovo, e abbastanza stranamente anche questo si addiceva a loro.

Come nella trasformazione del povero Samsa di Kafka, qui gli uomini bianchi, si risvegliano ad uno ad uno di un bel color caffelatte... con annessi e connessi... come fare ora i conti con questa nuova condizione? Vi sarà da impazzire, da uccidere ed uccidersi o, passato lo straniamento iniziale, cogliere l'occasione?

Con sottile ironia e una narrativa avvincente, Mohsin Hamid riesce a trascinarci in una vicenda che può apparire incredibile all'inizio, ma ha risvolti e aspetti con cui prima o poi occorre fare i conti... vi ricordate "Le intermittenze della morte"? Ecco, se la gente smettesse di morire, le società starebbero meglio o peggio? La religione? l'intera struttura su cui si reggono le principali regole che ci governano andrebbero all'aria! Ecco, immaginate una società (forse quella Statunitense più della nostra) ove, il diverso, il nero, diventi la normalità... e i bianchi destinati a sparire... un bel dilemma.


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