Film del 2012 diretto da Neil Jordan, noto soprattutto per "intervista col vampiro" (per restare in tema), "la moglie del soldato" e il bellissimo "Michael Collins".
Due vampire (madre e figlia) devono sopravvivere al loro lunghissimo passato ed al loro altrettanto infinito presente... per farlo ognuna a modo suo fanno i conti con un'umanità fatta di balordi, prostitute e depressi...
Oramai trattato e bistrattato in tutte le salse, il film sul vampiro (o caso anomalo, la vampira) deve fare sforzi enormi per uscire dal solito tran-tran a cui Hollywood ci ha abituati.
A partire da "La leggenda del cacciatore di vampiri", "30 giorni al buio", "Dal Tramonto all'alba", "Daybreakers", per non dimenticare "Blood - the last vampire" (anche qui con vampiri donne), "Dracula Untold" (con il vampiro bello e gay), "Dark Shadows" e via discorrendo...
E il tutto senza scomodare il grande Bela Lugosi o l'altrettanto mitico "Nosferatu" di Murnau del 1922...
Due giovani donne, in fuga dopo un fatto criminale, si rivelano essere due vampiri... E che si tratti di due esseri anomali lo capiamo quasi subito. Madre dedita alla prostituzione, figlia crepuscolare scrive storie per raccapezzarsi in questa sua giovane età congelata per sempre...
Intanto intorno a loro la vita scorre, popolata di ogni sottogenere umano, da cui però riescono a trarre ogni genere di utilità, sia materiale che morale, fatta di sangue e di sesso... Scopriamo così un nuovo tipo di vampiro: un essere insicuro, depresso, divorato dai dubbi e dal segreto che porta con sé.
Viene quindi da chiedersi: quale è il vantaggio del vivere eterno se si vive male? se tutte le ugge che attanagliano l'animo umano sono semplicemente riproposte ogni giorno senza soluzione di continuità?
Non si rischia quindi la noia assoluta? la disperazione assoluta? la depressione più nera? E non diventa forse la morte un autentico desiderio?
Forse non è che il vampiro, descritto come creatura potente ed eterna, con poteri incredibili e in grado di fare proseliti, nella realtà è un povero, anzi due povere reiette... ?
Insomma il vampiro ha più ricordi e per questo più rimpianti.
Il film poi aggiunge un nuovo filone (ed è senz'altro un pregio): quello della donna che riesce a dare un senso alla propria vita (eterna) ribellandosi ad un mondo maschile, che la vuole schiava, soggiogata, prostituta e che quando rivela la propria identità non può/deve essere creduta.
Intanto intorno a loro la vita scorre, popolata di ogni sottogenere umano, da cui però riescono a trarre ogni genere di utilità, sia materiale che morale, fatta di sangue e di sesso... Scopriamo così un nuovo tipo di vampiro: un essere insicuro, depresso, divorato dai dubbi e dal segreto che porta con sé.
Viene quindi da chiedersi: quale è il vantaggio del vivere eterno se si vive male? se tutte le ugge che attanagliano l'animo umano sono semplicemente riproposte ogni giorno senza soluzione di continuità?
Non si rischia quindi la noia assoluta? la disperazione assoluta? la depressione più nera? E non diventa forse la morte un autentico desiderio?
Forse non è che il vampiro, descritto come creatura potente ed eterna, con poteri incredibili e in grado di fare proseliti, nella realtà è un povero, anzi due povere reiette... ?
Insomma il vampiro ha più ricordi e per questo più rimpianti.
Il film poi aggiunge un nuovo filone (ed è senz'altro un pregio): quello della donna che riesce a dare un senso alla propria vita (eterna) ribellandosi ad un mondo maschile, che la vuole schiava, soggiogata, prostituta e che quando rivela la propria identità non può/deve essere creduta.
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