Devo fare penitenza. Qualche giorno or sono, avevo scritto che il film "Somnia" è una "cagata pazzesca" e per farlo, avevo utilizzato l'estratto video di Fantozzi.
Chiedo scusa. Questo film, "The legend of Tarzan", lo supera dal punto di vista dell'indecenza. E di gran lunga.
Ma andiamo con ordine.
Tarzan nasce nel 1912 dalla penna di Edgard Rice Burroughs, ed è subito apprezzato, non solo per le avventure in terre esotiche, ma anche e soprattutto per la rappresentazione dell'uomo civilizzato che torna alla natura (moderno Adamo) molto cara all'animo americano.
Dal libro al fumetto, il passo è breve. Il personaggio si presta perfettamente a certe idee del selvaggio circolanti all'inizio del secolo scorso. Nero cattivo, bianco buono, cacciatore egoista, scimmia buona solo se governata dal bianco e così via.
Si arriva così ai film. Tra i molti si inizia dall'epoca del muto nel 1918 QUI e si prosegue con il ciclo di avventure caratterizzato dalla presenza dell'attore Johnny Weissmuller sino ai più recenti ed a quello di cui qui tratto.
Tarzan, in passato, fu talmente celebre che generò una serie di imitatori, poi denominati "tarzanidi" , personaggi a fumetti ispirati all'eroe selvaggio, molto spesso utilizzati a scopo razzista e coloniale.
Ecco, lasciatemela raccontare tutta: "The legend of Tarzan" è un Tarzanide.
La storia narra (vorrebbe narrare) di Tarzan dopo il suo rientro a Londra. Qui, civile e civilizzato, viene convinto a tornare in Congo, per scoprire che tutto è peggiorato. Infatti un infame Leon Rom (il solito cinico Christoph Waltz in tenuta coloniale) vuole impadronirsi delle risorse del luogo e per farlo è disposto a tutto, persino consegnare Tarzan ad un vecchio nemico.
il buon Lord Greystocke, accompagnato da un Samuel L. Jackson con il fiatone (e come il prezzemolo ultimamente) dovrà riprendersi la sua Cita (scusate la sua Jane), far pace con il suo nemico e con i suoi demoni e combattere il cattivone di turno.
Ci riuscirà?
Per non rovinarvi il finale nulla trapelerà da questa pagina. Giuro.
In compenso vi dirò che: il regista di Harry Potter forse pensava di girare il 9° episodio della saga del maghetto. Viceversa non si spiegano le incredibili scene in cui ad un semplice fischio, animali di ogni tipo (manco sul set di Noè con Russel Crowe si era toccato un simile repertorio) si lanciano all'unisono contro tutto e tutti, distruggendo edifici e travolgendo persone.
Elefanti tributano omaggi a Tarzan, scimmie di dubbia provenienza prima lo malmenano e poi lo adorano... Al netto degli addominali del nuovo Tarzan, che tra l'altro indossa un pantacollant appartenuto forse a Wolverine, questo film è brutto, orrendo, irreale, falso, e la sospensione della realtà (che nel cinema è ammessa se funzionale alla trama) finisce per essere una sonora presa per i fondelli... anzi no per i tarzanelli... che forse è pure peggio.
Ma andiamo con ordine.
Tarzan nasce nel 1912 dalla penna di Edgard Rice Burroughs, ed è subito apprezzato, non solo per le avventure in terre esotiche, ma anche e soprattutto per la rappresentazione dell'uomo civilizzato che torna alla natura (moderno Adamo) molto cara all'animo americano.
Dal libro al fumetto, il passo è breve. Il personaggio si presta perfettamente a certe idee del selvaggio circolanti all'inizio del secolo scorso. Nero cattivo, bianco buono, cacciatore egoista, scimmia buona solo se governata dal bianco e così via.
Si arriva così ai film. Tra i molti si inizia dall'epoca del muto nel 1918 QUI e si prosegue con il ciclo di avventure caratterizzato dalla presenza dell'attore Johnny Weissmuller sino ai più recenti ed a quello di cui qui tratto.
Tarzan, in passato, fu talmente celebre che generò una serie di imitatori, poi denominati "tarzanidi" , personaggi a fumetti ispirati all'eroe selvaggio, molto spesso utilizzati a scopo razzista e coloniale.
Ecco, lasciatemela raccontare tutta: "The legend of Tarzan" è un Tarzanide.
La storia narra (vorrebbe narrare) di Tarzan dopo il suo rientro a Londra. Qui, civile e civilizzato, viene convinto a tornare in Congo, per scoprire che tutto è peggiorato. Infatti un infame Leon Rom (il solito cinico Christoph Waltz in tenuta coloniale) vuole impadronirsi delle risorse del luogo e per farlo è disposto a tutto, persino consegnare Tarzan ad un vecchio nemico.
il buon Lord Greystocke, accompagnato da un Samuel L. Jackson con il fiatone (e come il prezzemolo ultimamente) dovrà riprendersi la sua Cita (scusate la sua Jane), far pace con il suo nemico e con i suoi demoni e combattere il cattivone di turno.
Ci riuscirà?
Per non rovinarvi il finale nulla trapelerà da questa pagina. Giuro.
In compenso vi dirò che: il regista di Harry Potter forse pensava di girare il 9° episodio della saga del maghetto. Viceversa non si spiegano le incredibili scene in cui ad un semplice fischio, animali di ogni tipo (manco sul set di Noè con Russel Crowe si era toccato un simile repertorio) si lanciano all'unisono contro tutto e tutti, distruggendo edifici e travolgendo persone.
Elefanti tributano omaggi a Tarzan, scimmie di dubbia provenienza prima lo malmenano e poi lo adorano... Al netto degli addominali del nuovo Tarzan, che tra l'altro indossa un pantacollant appartenuto forse a Wolverine, questo film è brutto, orrendo, irreale, falso, e la sospensione della realtà (che nel cinema è ammessa se funzionale alla trama) finisce per essere una sonora presa per i fondelli... anzi no per i tarzanelli... che forse è pure peggio.
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