venerdì 24 marzo 2017

Il simpatizzante

Sino ad oggi certamente il miglior libro dell'anno. Non a caso vincitore del Pulitzer 2016.
La guerra del Vietnam fa da sfondo a questa storia, ove il Capitano, un vietnamita (per metà figlio meticcio di un missionario francese) decide di fare il doppio gioco e divenendo filo americano ed un feroce oppositore ai Vietcong. Quando gli americani fuggono da Saigon, lui li segue e li spia.
Diviso tra il suo passato e la sua terra (ove é considerato un bastardo) e il futuro ed un Paese che non lo riconosce, il nostro si getta in ciò che sa fare meglio. Essere il primo in tutto e al tempo stesso non essere contento di nulla.
La spirale di violenza che percorre è quella dell'America. E di un'intera generazione costretta a fare i conti con sé stessa.
Perché è vero che se, come dice Hegel "la tragedia non è un conflitto tra il bene e il male ma tra due diversi tipi di bene", è anche vero che "gli slogan sono come abiti vuoti Chiunque può indossarli".
Procede così la vita del Capitano, tra incontri con il Generale (fuggito dal Vietnam e intenzionato a ritornarci), il suo amico Bon che ha visto morire la sua famiglia durante la ritirata, Man il suo amico, che resta con i Viet e riceve le sue informazioni...
Ma sarà possibile un giorno tornare? Anche perché "La speranza è un filo sottile, mentre la disperazione è spessa e densa come il sangue"... da Saigon a Guam, a Los Angeles e ritorno....Un forte richiamo ad una guerra persa, e che ancora brucia nell'animo statunitense.
E se la storia della Guerra la scrivono i vincitori (Goering), qui la scrivono gli sconfitti con libri e film... ed infatti, tocca anche al Capitano assistere alla realizzazione di un film (e anzi fare da consulente) ove gli americani civilizzatori si battono contro i selvaggi vietnamiti... e allora che fare? "Esistono situazioni di ogni sorta, nelle quali si dicono bugie allo scopo di raggiungere una verità che sia accettabile per tutti".... E' così che il travaglio del Capitano è quello di tutti i profughi... sino a fargli dire "mi ritrovai solo con i miei pensieri, che come tassisti imbroglioni mi portavano in luoghi diversi da quelli dove sarei voluto andare"... e ancora più amaro è il ritorno nella sua patria... catturato e rinchiuso in un campo di rieducazione, farà un'amara scoperta...

Nessun commento:

Posta un commento

Niente parolacce, né!

Professione Volontario