Tagliente come un rasoio, anzi come un nodo scorsoio. E' quello che uccide David, lo vediamo in piedi, in posa innaturale nei primi istanti del film. Intorno a lui Brandon e Phillip, indossando dei guanti lo hanno strangolato.
Rinchiuso il corpo in una cassapanca, organizzano un piccolo ricevimento, cui però (o forse no, lo volevano loro) interviene il professor Rupert Cadell (James Stewart).
Dopo una caccia agli indizi, il professore scoprirà la verità e attirerà l'attenzione della polizia sparando alcuni colpi di pistola dalla finestra.
Cosa è successo prima? Hitchcock lascia a noi il compito di immaginare, eppure gli indizi sono tutti li. I guanti, le tende tirate, la corda, l'omicidio commesso in piedi, le affermazioni degli assassini: "ci aveva offesi"... quale torbida vicenda si nasconde dietro il dramma? E quale ulteriore terribile dramma deve subire il professor Cadell, quando scopre che la morte appena scoperta si rifà alla messa in pratica delle sue teorie, al superuomo, al desiderio di onnipotenza e superiorità?
Film forte, che non lascia spazio ai sentimenti, ogni azione, parola, ripresa è millimetrica.
Lo stesso fondale, la stessa stanza, non cambiano mai, se non per le luci che tendono alla sera...
Siamo di fronte ad una pièce teatrale, che si rifà ad un fatto realmente accaduto, una coppia di amanti gay uccide un bambino per il solo gusto di farlo.
Che dire? Hitchcock dimostra in questo film una maestria senza pari. Si veda la scena della cameriera che libera la cassapanca dalle stoviglie, mentre gli altri presenti continuano a parlare senza avvedersi di nulla. Ci aspettiamo che qualcosa accada all'improvviso e quasi temiamo si scopra la verità mettendoci per un istante dalla parte degli assassini... geniale.
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