La macchina fabbrica-sogni di Hollywood non è come appare ai più. E' questo il messaggio che i fratelli Coen fanno passare con questo film. "Ave, Cesare!" però è molto altro, come oramai i due ci hanno abituato da tempo.
Straniante è certamente il difficile compito svolto da Eddie Mannix (Josh Brolin) il risolvi - problemi degli Studios, che affronta tutto con piglio autoritario, ma poi ogni giorno si confessa in Chiesa per le sue piccole bugie nel non riuscire a smettere di fumare...
Assolutamente folle è Baird Whitlock (George Clooney) Divo del cinema con il cervello di una gallina...
Intorno a loro una varia umanità, tanta e tale da rendere i comunisti (che si fanno chiamare "il futuro" e che rapiscono il Divo) dei geni illuminati.
Grande Ralph Fiennes, nel ruolo del regista che pur mettendoci tutto l'impegno, non riesce a far recitare l'attore bovaro Hobie Doyle (Alden Ehrenreich) prestato a forza alla recitazione d'autore.
Che dire poi di Channing Tatum, in un Burt Gurney tutto musical, marinai, con una strizzatina omo e un finale comunista?
Non può non piacere, un film che riesce nell'ordine: a rendere l'idea di cosa è il cinema e cosa era negli anni '50; a vizi e stravizi delle star ed a come tenerle al loro posto, alle fobie anticomuniste di un certo periodo storico... e poi a come si immaginino gli attori, le attrici come dei/dee sulla terra, mentre nella realtà sono ben altro. Ottimo.
Che dire poi di Channing Tatum, in un Burt Gurney tutto musical, marinai, con una strizzatina omo e un finale comunista?
Non può non piacere, un film che riesce nell'ordine: a rendere l'idea di cosa è il cinema e cosa era negli anni '50; a vizi e stravizi delle star ed a come tenerle al loro posto, alle fobie anticomuniste di un certo periodo storico... e poi a come si immaginino gli attori, le attrici come dei/dee sulla terra, mentre nella realtà sono ben altro. Ottimo.
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