Tutto ebbe origine dal romanzo di Mary Shelley del 1819 "Frankenstein o il moderno Prometeo". Scritto con l'intenzione di impressionare il circolo di amici, che si riuniva periodicamente per commentare o leggere storie, o anche e soltanto per passare lietamente il proprio tempo, "Frankenstein" oltre a divenire un mito ed a definire tutto ciò che, a causa del disegno umano, si è tramutato nel tempo in disvalore, disumanità e addirittura agire contrario alle leggi naturali.
Pur avendo sentito parlare del romanzo, lo lessi solo in occasione di un esame universitario, "Igiene sociale" e il suo commento mi fruttò un buon voto. Forse anche per questo motivo, mi lasciò un buon ricordo e una curiosità sull'argomento. Cercare ovvero di capire quale fosse la causa scatenante il romanzo e le paure che rappresentava: il moderno Prometeo era evidentemente l'uomo inventore, accecato dal progresso e dalle macchine e desideroso di emulare Dio o la natura e ricreare la vita. L'antica paura della morte veniva così sconfitta.
Molte sono state la trasposizioni cinematografiche. Da quelle serissime del 1910 e del 1931 e tutte le varie edizioni (almeno 36) oltre alle parodie il post (almeno 10 tra cui una che vede coinvolto il nostrano Fracchia) le citazioni e le serie televisive (12) e i musical (2 tra cui The Rocky horror Picture Show).
Tutto ha inizio con gli esperimenti di Galvani, che vede nell'uso dell'elettricità lo strumento per azionare organi morti o semplicemente staccati dal corpo e dal cervello, quasi a dimostrarne una vita propria. Da qui ad ideare un azione umana che permette la resurrezione il passo è breve, anche se foriero di retro pensieri religiosi, etici, politici, sociali... e letterari.
Arriviamo così al nostro "Victor". Oltre ad aver colto il lato gotico della storia ed aver reso giustizia al bistrattato Igor, che nella versione proposta è sì gobbo, ma viene quasi subito raddrizzato e reso un bel giovane, in cui alberga grande cultura medica e uguale grande riconoscenza per il suo mentore.
Victor viceversa è un folle, in cui alberga il senso di colpa per la morte del fratello, cui vorrebbe rendere la vita. Non si ferma di fronte a nulla e prima anima il corpo di un animale (o un insieme di animali) e poi da vita ad un uomo (o meglio un mostro, viste le dimensioni e l'immagine) in cui tuttavia non vi è traccia di umanità alcuna. Solo di fronte all'evidente fallimento Victor pare rinsavire e, con l'aiuto di Igor, uccide la sua creatura. La storia non finisce qui e forse questa deviazione dal romanzo non sarà accettata da tutti. A me è piaciuta. Ha colto nel segno e soprattutto ha dimostrato che Frankenstein e la sua creatura (senza nome ma che ha preso quella del suo inventore) sono diventate Mito e simbolo, al punto di finire molto popolarmente sulle t-shirt dei giovani di tutto il mondo, o divenire cartone animato: il post
Lascio a voi il giudizio su quest'ultima creazione cinematografica, che non sarà certo l'ultima. Ma che rivela ancora una volta il fascino della letteratura romanzata del secolo scorso.
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