giovedì 24 marzo 2016

Sicario

Avevo lasciato Benicio Del Toro triste e sconsolato, ma pur combattivo in "The Wolf Man" del 2009, con quell'aria di nobile decaduto e un po' trasandato... lo ritroviamo bello e tenebroso, triste e meno sconsolato, in questo racconto che, ambientato al confine tra Messico e USA, descrive la lotta tra narcos, poliziotti corrotti, doppiogiochisti e servizi segreti per il controllo del traffico della droga.
La giovane Kate (Emily Blunt), vuole servire il suo Paese e possibilmente farlo in modo legale. Scoprirà a sue spese che non è possibile e che anzi lei stessa diverrà pedina, esca, scusa per legittimare un metodo di lavoro condotto da "lupi".
Matt (Josh Brolin) dirige la squadra, che fa del sequestro, dell'omicidio, della tortura, un metodo per ottenere risultati "perché così è deciso dall'alto. E quindi non si fanno prigionieri.
Al termine del film restano i dubbi? E' meglio avere un unico avversario? il famoso cartello di Medellin... oppure una serie di interlocutori in lotta tra loro e con cui è impossibile trattare?
Matt lo dice in modo chiaro "o il 20% della popolazione smette di farsi o con questo mondo bisogna fare i conti"...
Il film gioca sul doppio binario legalità - illegalità e democrazia e brutalità... in particolare nelle scene di attraversamento del confine o nella accettazione passiva da parte dei messicani della violenza e della morte.
il bambino prende atto che il padre (coinvolto come pedina nel traffico di droga) non tornerà più e accetta la cosa come un evento naturale... andando a giocare a pallone senza di lui... spari in lontananza interrompono per un istante le faccende quotidiane, ma poi si riprende a fare le proprie cose...
Piccola parte per John Bernthal, che avevamo conosciuto nella prima serie di "The walking dead" e che dopo aver tentato la piccola Kate, viene smascherato dalla stessa e riempito di botte...

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