martedì 4 febbraio 2014

Frozen e altre questioni

Premetto subito che Frozen non mi è piaciuto per nulla.
Storia contorta e insieme scontata, canti sguaiati, personaggi improbabili.
Insomma un accozzaglia di urla, suoni, rumori, vicende che potevano esserci risparmiate.
Una cosa però mi ha fatto riflettere e accompagnata con un articolo sui vichinghi mi ha messo la pulce nell'orecchio.
Fateci caso, quando un regno dei fumetti è in pericolo, così come nelle fiabe, così come nei miti che accade? Arriva il gelo, il terribile freddo e tutto si blocca . Solo l'intervento risolutore di vari strani personaggi vi pone rimedio. Lo abbiamo visto moltissime volte.
Perché l'uomo ha così paura del gelo da rappresentarlo come la nemesi di tutte le tragedie e del male stesso?
Leggevo alcuni giorni fa, che i Vichinghi raggiunsero l'America e fondarono basi in Groenlandia (il cui nome è terra verde, quindi coltivabile). Tuttavia intorno al XIV secolo una coda di glaciazione rese inabitabile la Groenlandia e allontanò dalle rotte del nord questo popolo di navigatori che in quel momento aveva minacciato l'intera Europa.
Immagino che la stessa cosa accadde con le Alpi, i passi alpini, le popolazioni Walser e così via.
Parte da molto lontano il nostro sacro terrore per i ghiacci, figuriamoci veder assistere al ritorno del freddo ed al ritardo nell'arrivo della primavera, quale disperazione in popoli dediti all'agricoltura può aver causato.
Ecco spiegato il ricorso al ghiaccio quale anatema di regni fatati, di maghi e regine eccetera eccetera.
Detto questo Frozen fa schifo.

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