martedì 4 febbraio 2014

le guerre del Duce - libro

 
Se si misura con i suoi criteri, Mussolini raggiunse il successo in buona parte di quello che tentò o pretese di fare: l'Italia temuta e odiata nel mondo; l'obbedienza per vent'anni di un popolo che la tradizione voleva ribelle e mutevole come l'italiano; una nazione temprata dalla Guerra.
Perciò la prima conclusione di Smith è che Mussolini fu migliore politico di qualsiasi altro italiano della sua generazione.
Come mai però egli portò il movimento fascista - deliberatamente, e a momenti con l'attento calcolo - a una serie di guerre che alla fine lasciò l'Italia prostrata?
Sono proprio le guerre del Duce la chiave che Smith usa per comprendere tutto il fascismo, perché nella politica estera, dalle prime aggressioni coloniali sino all'ultima tragica avventura, Mussolini riflette ed esaspera le contraddizioni della politica interna.
Con la sua nota tecnica narrativa, lo storico inglese racconta più che giudicare, convinto che sia il modo migliore per arrivare alla verità.
Racconta le battaglie che il Duce intraprese nelle colonie per domare i ribelli della Libia, della Cirenaica e dell'Eritrea,  come gli venne l'idea della guerra etiopica e come la condusse; come partecipò a fianco di Franco alla guerra spagnola; come invase l'Albania; come entrò nella seconda guerra mondiale, impegnandosi in Africa, in Grecia e in Russia.
Racconta cioè in quale misura Mussolini elaborava la sua politica estera; di quali consiglieri si circondava senza mai ascoltare i pochi, i pochissimi che dissentivano; quale conto teneva dei Capi di Stato Maggiore; come valutava le cifre relative al potenziale bellico; come definiva la strategia delle battaglie e delle guerre, come cercava il consenso alle proprie imprese nella stampa nazionale e in quella internazionale; come coltivava, enfatizzava, raffreddava e rompeva le alleanze internazionali.
La ricostruzione dei moventi e delle ragioni, che volta per volta spingono Mussolini alle singole scelte, consente al lettore di andare a fondo non solo della sua personalità ma anche del meccanismo della mente di un dittatore. (tratto dal libro).
 
 
Denis Mack Smith resta l'indiscusso autore di numerosi testi storici relativi alla penisola italiana.
In questo testo vengono analizzate quelle che sono da tutti ricordate come "le guerre del Duce", intendendo tutti i conflitti che nel ventennio fascista coinvolsero l'Italia. Inoltre vengono affrontate le problematiche interne, quali i rifornimenti, la macchina bellica, la propaganda eccetera.
Emergono due importanti aspetti: l'assoluta impreparazione italiana ad un qualsiasi genere di conflitto, l'incapacità del regime di organizzare un qualcosa di simile ad un piano industriale, politico o economico per affrontare una guerra, fosse anche di piccola dimensione.
Mussolini fa prevalere le dichiarazioni ad effetto, ottimamente orchestrate dalla stampa amica e si pone quale possibile paciere per trarre il massimo vantaggio dalle debolezze altrui.
Evitato ad ogni costo il conflitto, quando infine ci entra a testa bassa l'intero regime fascista crolla al suolo e con lui l'Italia che aveva visto o creduto di vedere il condottiero di romana memoria.

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