sabato 20 gennaio 2018

Io non compro

Liberare il tempo:  consapevolmente, non per indigenza) ci fa stare meglio, perché libera tempo da dedicare ad altro. L'uso dei momenti pubblici e gratuiti ci appaga tanto quanto un film in prima visione strapagato.
Che dire? Spendiamo consapevolmente e non in modo compulsivo: non droghiamoci di acquisti...
Così scrivevo su Anobii il 18/01/2011

 "A Judith Levine, l'idea viene durante il periodo delle vacanze natalizie.
Ha prosciugato la VISA e sta inaugurando una nuova carta di credito con gli ultimi acquisti, arranca per strada appesantita dai sacchetti dello shopping.
E' a quel punto che annuncia silenziosamente la sua obiezione di coscienza: IO NON COMPRO! Judith e il suo compagno Paul trascorreranno un anno senza acquistare null'altro che cibo e medicinali.
Niente libri, dvd, cinema, niente nuove tecnologie, niente viaggi.
"Lavora e spendi": questo è il circolo vizioso in cui l'autrice ci vede intrappolati.
Invece di ricercare una nuova qualità della vita, si preferisce inseguire un modello di benessere che fa apparire necessarie una quantità di cose che non lo sono.
Perché compriamo? E soprattutto: cosa compriamo? L'esperienza di Judith Levine ci offre delle risposte che suonano come altrettante accuse e sfide al consumismo, o forse di più , alla Cultura Occidentale.
Non potrebbe essere altrimenti nell'epoca in cui lo shopping è esplicitamente collegato ai destini delle nazioni e rappresenta una parte consistente del loro Prodotto Interno Lordo.
Se il mercato è ciò che rende liberi, allora la scelta del consumatore è democrazia.
Un assunto che Paul e Judith non condividono e cercano di confutare.
Ne è testimonianza questo diario appassionato, sofferto, ironico e a tratti, polemico.
Non usciranno vincitori da questa esperienza ma certamente consumatori più consapevoli, il che, di questi tempi, non è poco".

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