domenica 12 novembre 2017

Demian

Di Hermann Hesse - mia passione degli anni giovanili - ho già scritto QUI , QUI e QUI...
Riprendo ora le mie letture di molto tempo fa, in nome di questa scelta di portare sull'unico mio spazio in rete (Facebook è solo un balcone da cui guardarsi intorno) le mie precedenti letture, con un breve commento e scheda cartonata.
Demian è uno di questi... Letto nel lontano 1990, riprenderlo oggi, con oggi diversi e molti anni sulle spalle, fa strano... davvero. Mi rendo conto che questa operazione "vintage" mi permette di fare alcune riflessioni: noi non siamo. Cioè siamo qualcosa di diverso di volta in volta... io non sono la persona che ha letto quel libro nel 1990.. lo so, me ne rendo conto e nemmeno mi ci riconosco più. E poi le sensazioni che da il testo... diverse! Ed infine la memoria... eppure quel libro l'ho letto... ma non mi ricordo più una cippa! E allora a cosa è servito leggerlo? Forse, allora, quando lo presi in mano, mi aiutò, mi donò piacere, mi fece pensare... oggi ricordo solo la copertina... ricordo di un certo Sinclair... Boh! Pazzesco.
 
"Scritto in pochi mesi nel 1917 e pubblicato subito dopo la guerra nel 1919, il breve romanzo Demian. Storia della Giovinezza di Emil Sinclair, è la storia di un giovane combattuto fra due mondi, il mondo "chiaro e giusto", lecito e ufficiale, sulla linea del bene e della tradizione, e il mondo buio, cattivo, proibito: due mondi vicini e confusi tra loro che hanno origine da due poli come il giorno e la notte.
Questa problematica non poteva non esercitare grande impressione sui giovani reduci della guerra perduta, ai quali andava l'invito ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
Tanto più che nel libro vibravano ben chiari gli echi della guerra della quale i giovani avevano fatto la paurosa esperienza.
Perché Hesse sia ricorso ad uno pseudonimo, si spiega, forse, col suo desiderio di far sentire una voce nuova, non più quella delle poesie e dei racconti precedenti; da qui l'uso delle pseudonimo.
L'autore, inoltre, dev'essere stato ben sicuro che la validità della sua creazione superava la propria persona: lo conferma la voluta ambiguità del sottotitolo "storia di una giovinezza" significato individuale o di tutta una generazione.
Nel Demian, l'influsso della psicoanalisi è chiarissimo. Ma non fu solo il soggiorno nel sanatorio a far conoscere a Hesse la psicoanalisi in quanto metodo terapeutico; al contatto con scrittori ed esperti che egli conobbe durante gli anni di Berna, poté anche approfondire lo studio delle opere di Freud, oltre al sistema dell'inconscio, la teoria degli istinti, l'importanza dei sogni.
A chi gli chiedeva conto dei contenuti del libro, Hesse rispondeva che era causa della guerra mondiale.
La Guerra gli aveva rivelato quanta menzogna e quanto vuote fossero nel comportamento dei governi, degli intellettuali, di tutto il popolo.
Quanto al Demian ora, era disposto ad ascoltare osservazioni e critiche.
"E' difficile criticare un letterato, egli può avere un gran numero di opinioni e motivarle bene tutte, rimane infatti sul terreno razionale, e per la ratio il mondo é sempre bidimensionale.
Ma la poesia, per quanto si sforzi di far trionfare certe opinioni, non ne é capace: essa vive e opera soltanto dove è veramente poesia, vale a dire dove crea simboli.
Demian e sua madre sono simboli, racchiudono cioè e significano molto di più di quanto sia accessibile alla contemplazione razionale, sono evocazioni magiche".
 

Nessun commento:

Posta un commento

Niente parolacce, né!

Manuale di co-programmazione