sabato 27 giugno 2015

Cartongesso - Francesco Maino

 
"Michele Tessari è un avvocato che avvocato non vuole essere ex necroforo, affetto da disturbo bipolare, intrappolato nella vita come una cavia isterica ma consenziente, persino complice.
Un complice debole del mondo in cui è immerso.
Il disfacimento della sua terra si rispecchia in quello della sua esistenza, inquinata da un odio che cammina come l'infezione, dalle caviglie alla bocca dove si trasforma in grido.
E quel grido investe la classe politica, le carceri, la giustizia, il sistema universitario, giù giù fino ai singoli individui, fino al narratore stesso, imbibito degli stessi mali contro cui si scaglia.
E' un grido modulato da una scrittura apocalittica, con una portentosa violenza evocativa.
Non c'è consolazione in queste pagine, nessuna catarsi: solo letteratura
E, in letteratura, "coraggio" è soprattutto raccontare la verità.
Questo è il paese delle cose che stanno morendo. No. Questo è il paese dei corpi.
Corpi che si svegliano morti, escono morti di casa, tornano morti; corpi che parcheggiano, scendono, sputano, corpi che si salutano sbadigliano, bestemmiano sempre, fatturano. Corpi camminanti".



Si legge d'un fiato. Come se,  interrompersi volesse significare fermare la vita dei personaggi, anzi del personaggio del testo. Si legge d'un fiato, perché è come veder scorrer l'acqua da una sorgente: non puoi fermarla, la lasci scorrere. Atto d'accusa di un certo nord, senza sconti, nemmeno per il protagonista. Cartongesso è un pugno nello stomaco del perbenismo, della furberia che regna sovrana, è l'estrema ribellione di chi non si trova in un sistema ideato solo per truffare il prossimo e ricavarne nulla.

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