venerdì 31 gennaio 2025

L'intelligenza artificiale e i suoi fantasmi


"L'intelligenza artificiale e i suoi fantasmi. Vivere e pensare con le reti generative" è un saggio del 2024 scritto da Stefano Moriggi e Mario Pireddu, pubblicato da Il Margine. Il libro esplora l'evoluzione delle intelligenze artificiali, con particolare attenzione alle reti generative, evidenziando come queste siano diventate "scatole nere" che forniscono risposte senza spiegazioni trasparenti. Gli autori ripercorrono la storia dell'IA, da Giordano Bruno fino a Pac-Man, per aiutare i lettori a comprendere meglio queste tecnologie e sfatare i pregiudizi ad esse associati;

Il testo si rivolge sia agli appassionati delle nuove tecnologie che ai critici scettici, offrendo una guida accessibile e rigorosa sull'uso e le implicazioni delle reti neurali. Viene fornita una visione critica e approfondita della creatività amplificata dalle tecnologie, chiarendo perché ciò che spesso chiamiamo "intelligenza" potrebbe non esserlo realmente e perché l'artificialità non è sempre così marcata come pensiamo.

Le recensioni dei lettori sono variegate. Alcuni apprezzano le prospettive operative e le riflessioni proposte, ritenendo il libro utile e rigoroso, consigliandolo vivamente. Altri lo trovano interessante e utile per avere un quadro generale sull'IA. Tuttavia, ci sono anche opinioni meno entusiaste: alcuni lettori ritengono che il libro sia complesso e richieda una certa competenza per essere compreso appieno, mentre altri lo giudicano meno coinvolgente del previsto.

In sintesi, "L'intelligenza artificiale e i suoi fantasmi" offre un'analisi approfondita e critica delle reti generative, rappresentando una lettura stimolante per chi desidera comprendere meglio le sfide e le implicazioni dell'IA nella società contemporanea

La scatola nera delle reti generative

Il libro sottolinea come le reti neurali siano diventate delle scatole nere, capaci di produrre risultati senza fornire spiegazioni trasparenti. Questo aspetto mi riporta al paradosso epistemologico di Cartesio: posso fidarmi di ciò che non posso comprendere fino in fondo? Se l'intelligenza artificiale ci offre risposte ma non ci mostra i passaggi, viviamo un ritorno al mistero in un'epoca che voleva razionalizzare ogni cosa. Siamo dunque di fronte a una tecnologia che ci avvicina non tanto a una verità assoluta, ma a un’interpretazione opaca e frammentaria del mondo.

Il concetto di "artificialità" e l'identità dell'umano

Moriggi e Pireddu, riflettendo sull’artificialità, potrebbero sollevare un punto chiave: dove finisce l'umano e inizia la macchina? Come Giordano Bruno vedeva nelle infinite stelle del cielo un riflesso dell'illimitato potenziale umano, così oggi vediamo nell'IA uno specchio delle nostre ambizioni e paure. Tuttavia, il termine artificiale non implica qualcosa di "non naturale"? Eppure, queste macchine sono costruite da noi, esseri naturali. Forse, allora, l'artificialità è solo una nuova forma della nostra stessa essenza.

La creatività come amplificazione tecnologica

Gli autori discutono di come la creatività umana venga amplificata, ma non sostituita, dalle reti generative. È interessante qui richiamare Hannah Arendt, che vedeva l'agire umano come il principio del nuovo. Se la creatività è ciò che ci definisce, le reti generative sono una protesi o una minaccia? Forse, l'arte generata da un'IA non è altro che un'eco della nostra immaginazione, amplificata, ma vuota di quella consapevolezza che solo noi possediamo.

Il fantasma del controllo

Un passaggio fondamentale potrebbe essere legato alla nostra ossessione per il controllo. L’IA, come il Golem della tradizione cabalistica, è uno strumento creato dall’uomo per assisterlo, ma che può sfuggire al controllo del suo creatore. Come Kant ci ammoniva nel suo "uso pubblico della ragione", non possiamo abdicare alla responsabilità critica: l'IA non deve diventare un'autorità superiore, ma uno strumento da interrogare con saggezza e cautela.

Considerazione finale

Se, come sembra suggerire il titolo, l'IA è popolata da fantasmi, questi non sono che le proiezioni delle nostre paure, delle nostre contraddizioni e delle nostre speranze. La domanda non è se possiamo vivere con queste tecnologie, ma piuttosto se possiamo imparare a convivere con i fantasmi che abbiamo evocato attraverso di esse. Forse, allora, il vero punto filosofico è questo: l'intelligenza artificiale è il nuovo specchio attraverso cui l'umanità si interroga su sé stessa.

Estratto 1 - Ed è proprio l'uomo come verità eterna l'equivoco facendo leva sul quale prende forma l'approccio oppositivo - competitivo alle tecnologie, comune tanto a chi prevede o auspica un qualche superamento dell'umano, quanto a chi mira alla sua conservazione o, disperato, ne annuncia l'esitnzione.

Estratto 2 - il concetto di Tetrade.

Estratto 3 - Stocastico - Dovuto al caso, aleatorio, congetturale.

Estratto 4 - Tra i sistemi per generare immagini che si sono fatti conoscere presso il grande pubblico vi sono invece DALL-E, Stable Diffusion, Midjourney e diverse altre, piattaforme text-to-image che consentono agli utenti di creare immagini a partire da descrizioni testuali (prompt).

Estratto 5 - LeCun sostiene che non si dovrebbe parlare di allucinazioni ma di confabulazioni, termine che evoca la falsificazione dei ricordi: alcune persone colmano lacune di memoria con invenzioni fantastiche e mutevoli, oppure trasformano in modo non intenzionale i contenuti della memoria stessa.

Parte del testo redatto fruendo dei suggerimenti di Chat-GPT

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