venerdì 25 settembre 2015

AC/DC - Back in black

Quando hai tra le mani il secondo album più venduto di tutti i tempi. Quando quello che hai tra le mani è un riff potente e selvaggio, quando i brani si susseguono senza interruzione e senza lasciarti il tempo di tirare il fiato. Quando sai che è Rock, ma quello vero, metal grezzo e cattivo.
Quando il cantante precedente è morto e questo rende tutto più macabro e tosto... Quando la voce è quella del corista da chiesa Brian Johnson e la chitarra quella di Angus Young... allora puoi capire come si è sentito un ragazzino di 14 anni a cui capita tra le mani la musicassetta con copertina nera e scritta gotica...
E' il 1980 e ricordo ancora quel caldo agosto. Alla festa di paese di Beura il marocchino propone musicassette tarocche, poco conosco gli AC/DC ma quel poco mi incuriosisce... Eccolo lì, compriamolo.
L'ascolto si rivela una bomba. Abituato a ben altri ritmi questo album mi piglia subito.. ricordo di averlo fatto ascoltare a mio padre, che a momenti cade dalla sedia.. "Ma che accidenti ascolti?" hi hi.
Matusa! Oggi lo dicono a me. Allora lo dicevo io (ma sottovoce per non prendere un ceffone).
Hells Bells, le campane dell'inferno, Back in Black, ritorno in nero (o in lutto), Shoot to Thrill e per concludere la incredibile Rock and Roll Ain't Noise Pollution.
Si sente il sudore, si sente la fatica, c'è voglia di cazzeggiare sino all'alba o di bersi una birra infastidendo la ragazza del bar: queste cose nell'album si sentono tutte...
Che altro aggiungere? 35 anni dopo, quando ho bisogno di una scossa carico il CD in auto, nulla li supera. Nulla.

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