martedì 24 ottobre 2017

I cento talleri di Kant

Sono tanti i libri che si occupano di filosofia e tutti (o quasi tutti) cercano di dissimulare questa disciplina, dandone una versione edulcorata... semplificata... quasi un "si è difficile, ma noi te la raccontiamo facile facile"... forse perché la storia del pensiero e l'applicazione del pensiero, in tempi come questi, appare faticosa, lunga, soprattutto inutile.
Per molti versi non fa eccezione "I cento talleri di Kant"... sottotitolo "La filosofia attraverso gli esempi dei filosofi"... insomma, se fosse matematica, diremmo che vediamo gli esercizi applicati al quotidiano e poi risaliamo alle formule.
E d'altro canto, non vedo altro modo per rendere fruibile un metodo, che non sia l'applicazione di fatti concreti rispetto a frasi nobili dette da ancor più nobili personaggi... scopriremo così l'attualità, anzi l'immortalità di certi argomenti.
Eppure... eppure... come non apprezzare il dilemma che emerge nella gara tra Achille e la tartaruga? e come non dare ragione ad Elena, nel tradire il marito e scappare a Troia, incantata dalle parole adultere? o non essere d'accordo sull'uso sconsiderato dell'anello dell'invisibilità di Gige? E ancora Spinoza e Dio, Galilei, gli orologi di Leibinz, il Laocoonte e la sua bocca chiusa, il teschio maneggiato da Amleto ed Hegel, il perché si ride, l'arto fantasma, sino ad arrivare a Roland Barthes ed i media... libretto da leggere e rileggere...
 
"Un buon vino non ha bisogno di etichette. Altrettanto un concetto efficace non ha bisogno di esempi. Ma un'etichetta può attestare la qualità del vino, e un esempio appropriato può persuaderci della validità di un concetto...
Gli esempi che offriamo sono talora delle scorciatoie per giungere ai concetti senza troppa fatica così gli orologi di Leibniz mostrano come le cose del mondo vadano a tempo, i talleri di Kant si ritrova in tasca illustrano perché non si possa conoscere a priori l'esistenza delle cose.
Altre volte, invece, i loro autori hanno saputo dotarli di una vivacità autonoma, capace di coinvolgere di per sé il lettore: è il caso di Gorgia che esemplifica la potenza della parola, difendendo l'adultera Elena, o di Heidegger che scopre l'angoscia esistenziale vedendo in un quadro le scarpe logore di una contadina...
I Greci dicevano che si deve diffidare di chi non ama il vino. Forse anche in campo filosofico si dovrebbe diffidare di quei pensatori che non amano gli esempi. Ma per loro non c'é spazio in questo libro".
 

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