lunedì 21 giugno 2021

A mano armata

"Nella mia preparazione politica non ho avuto modelli a cui ispirarmi, sono sempre stati autodidatta..." E modelli da seguire non ce ne sono per Giuseppe Valerio Fioravanti, detto Giusva, una faccia da Carosello, un passato da terrorista.
"A mano armata" non pretende di chiarire l'oscura galassia del terrorismo nero, ma l'autore con un indagine che parte dallo studio degli atti processuali per arrivare ai numerosi colloqui in carcere, cerca di restituire le esperienze, le motivazioni, i pensieri di questo personaggio.
"E' un libro terribile. Non solo perché sono terribili i fatti che narra, ma per il modo con cui li racconta. 
Ovvero senza esagerazioni e falsità, ma con la straordinaria lealtà e inflessibile pietà di chi cerca di dire la verità e non si ferma davanti ad alcun ostacolo, ad alcuna obiezione di comodo, ad alcun pregiudizio.
L'Italia degli anni di piombo riemerge così in una sua nuova prospettiva.
Non che quei delitti atroci appaiano in una luce migliore, ma perché sentiamo confusamente e paradossalmente che allora potevano ancora resistere delle illusioni, persino delle scelte rovinose di una, due o tre o altre cause sbagliate.
Un giovane poteva ancora lottare contro tutti per arrivare a una propria definizione,
E le storie dei ragazzi neri costituirono una tragedia particolare nella tragedia generale".


 

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