domenica 9 settembre 2018

Quel treno per Yuma

Inizia nel 1957 l'avventura del cattivo Den Wade (ma è veramente cattivo? o lo è meno di qualcun altro?) con il primo film, tratto dal racconto di Elmore Leonard. Questo del 2007 è un remake, ottimo a mio giudizio, ove Russel Crowe gigioneggia e Christian Bale soffre dal primo all'ultimo fotogramma.
Cosa portiamo a casa da questo incalzante western? Che quando due cattivi si scontrano, i buoni non ne ricavano nulla di buono, anzi.
E' il caso appunto di questo racconto: Den Wade, capo di un gruppo di fuorilegge, taglieggia la Southern Pacific Railroad, nel farlo coinvolge suo malgrado Dan Ewans, veterano ferito durante la Guerra Civile e allevatore senza speranze, senza soldi e con un figlio malato.
Dan dovrà scortare Wade alla stazione di Contention e metterlo sul treno per il penitenziario di Yuma, in cambio 200 dollari, somma necessaria per pagare i debiti e non perdere la fattoria…
Durante quello che assomiglia ad un inseguimento, più che ad una scorta, ad uno ad uno gli altri accoliti muoiono o rinunciano e Dan rimane solo nel suo compito.
Contro tutto e tutti, riuscirà nell'impresa, perderà la vita, salverà la fattoria e l'onore, oltre a farsi rispettare come uomo da entrambi i lati del labile confine che divide legge da fuorilegge e che durante i film vedremo piegarsi a seconda della necessità.
In una terra ove nessuno è onesto, la coscienza fatica a riconoscere un punto di riferimento da seguire e questo, anche Wade lo sa, arrivando al punto di ammirare Ewans e di favorirlo nella riuscita della sua impresa. Per una volta, saranno i cattivi a chinare la testa (ma solo in parte) riconoscendo il valore di un uomo incorruttibile e pronto a tutto per la sua famiglia.

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