giovedì 13 settembre 2018

Barnabo dellle montagne

 
 
E' l'attesa. Aspettare che qualcosa cambi, aspettare che qualcosa torni come prima, aspettare…
Di questo si nutrono i personaggi di Buzzati, lo fa il tenente Drogo ne "Il deserto dei Tartari", lo fa Bàrnabo in questo racconto. Attesa che poi si rivela perfettamente inutile, improduttiva, spesso non all'altezza delle aspettative e del risultato. Eppure, questo attendismo, questo rinvio a tempi migliori, che non fa assaporare il presente, è forse l'estrema arma di difesa dell'uomo che non osa, non riesce, non ha la forza di lottare e creare il cambiamento.
Nel leggere i racconti di Buzzati, noi ci facciamo beffe dei protagonisti… ma è una beffa impaurita… perché tutti siamo vittime di questo meccanismo.. di questo anteporre le occasioni della vita allo status quo, al vediamo cosa succede ma senza uscire del guscio…
In mezzo, vi è il racconto della natura.. che va avanti senza di noi, nonostante noi… a dimostrazione che i disegni umani nulla valgono rispetto alla realtà.
 

  
 "Barnabo ama la montagna. Ama guardare il sole levarsi dalle grandi cime e vederlo tramontare dietro al Col Verde.

Ama la casa dei Marden, con le vecchie travi marcite e le finestre che non si chiudono, l'intona scrostato e le tavole nere, il tetto che stanco di contare le piogge e discutere con il vento, ha cominciato a slabbrarsi.
Ama la vita del guardaboschi, l'estremo contatto con la natura, i turni di guardia alla polveriera, le serate passate vicino al fuoco e raccontarsi vecchie storie.
Ama quell'eterno vivere nella perenne attese che arrivi qualcuno da un momento all'altro ma non arriva mai nessuno.
Intanto le cime hanno lo stesso colore delle nubi e non cambiano mai.
Ma alla fine qualcuno arriva, sono i briganti, e Barnabo non si fa trovare pronto, viene sopraffatto dalla paura pietrificato dal panico.
C'é poco a fare, quando un guardaboschi non compie il suo dovere viene rispedito a casa, non c'é posto per i codardi
Ah, se solo avesse osato, se avesse fatto fuco sui nemici. Invece la vergogna gli ha tolto ogni volontà.
Allora non gli resta che rifarsi una vita, ricominciare da capo nelle campagne.
Ma la sua testa è sempre lì sui monti, alla casa, ai suoi compagni, Barnabo non riesce a stare lontano da ciò che ama.
Ed ecco che dopo tanta attesa si ripresenta l'occasione per tornare.
E' l'attesa, la grande protagonista del romanzo di Buzzati, ed è impossibile per il lettore non immedesimarsi in Barnabo sempre in attesa di una occasione, un'evento, di qualcosa o qualcuno che trasformi la nostra vita e ci dia possibilità di riscattarci.
E noi, quando l'attesa sarà finita, saremo pronti, sapremo farci trovare pronti?
Romanzo in cui il tempo scorre lento e sornione, ma inesorabile…"
 

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