domenica 24 giugno 2018

Fuori Controllo

Oramai conosciamo tutti il "Global Warming" e le enormi sfide che ci attendono dietro questa parola.
Quello che non riusciamo a comprendere è, quale sia la chiave di lettura del problema.
Energetico? Ambientale? Sociale?
Anche perché, a pensarci bene, perché consumiamo così tanta energia da aver generato una nuova Età, quella dell'Antropocene? Ci viene in risposta Hylland Eriksen con questo testo antropologico.
Una diversa chiave di lettura, che affronta le crisi del mondo moderno: triplice crisi, ambientale senza alcun dubbio, economica (il neoliberismo), identitaria (dove vogliamo andare, dove vanno le nostre società?).... Riflettiamo per un istante. Perché lottare contro l'eccessivo consumo di energia, se prima non ne comprendiamo il motivo vero, recondito, per cui questo consumo avviene? E quale è l'alternativa da proporre se, nella realtà, il fenomeno non si è ancora dispiegato per intero, a causa dell'evidente gap tra Primo e Terzo/Quarto mondo?
Forse, cercando di comprendere cosa si nasconde dietro l'enorme produzione di rifiuti, l'eccesso di informazioni, le società liquide (per dirla alla Bauman), le storture del mondo... in un film una volta sentii dire "segui i soldi e trovi il colpevole".... ecco, seguiamo i soldi e troveremo "the Great Pacific Garbage Patch" un immonda raccolta di rifiuti plastici al centro dell'Oceano Pacifico, grande come il Texas....
 

 
oppure, Agbogboloshie
 
 
discarica di rifiuti elettronici che, giunti dai nostri Paesi, vengono utilizzati dai cittadini di Accra nel Ghana, per ricavarne un guadagno, a spese dell'ambiente e della salute degli stessi abitanti.
 
 

"Densa, veloce, surriscaldata, contraddistinta da ineguaglianze e iniquità.
E' l'età dell'Antropocene, il segno indelebile dell'umanità sul pianeta.
E' la globalizzazione - ma non come la conosciamo.
Thomas Hylland Eriksen dà nuova linfa alla discussione intorno alla modernità globalizzata, adottando l'approccio antropologico nell'analisi di tre crisi: ambientale, economica e identitaria.
Se è vero che queste crisi sono globali per ampiezza, vengono però percepite e subite a livello locale, e sono moltissime le contraddizioni che sorgono tra le forze di standardizzazione dell'età della informazione del capitalismo globale e la natura socialmente stratificata delle vite individuali.
Se il globale è di fatto ingovernabile, una possibile forma di opposizione consisterà per l'autore nell'individuare tattiche e interventi legati a congiunture e contesti locali: resistenze e strategie di sopravvivenza che possono invertire il corso di un mondo in crisi e prossimo alla catastrofe.
Coniugando i metodi etnografici e comparativi dell'antropologia con materiali storici e sociologici (dall'economia politica alla biofisica ecologica) e considerando temi quali il consumo di energia, l'urbanizzazione, la gestione dei rifiuti, la mobilità umana e la diffusione delle tecnologie d'informazione, Fuori Controllo offre una inedita prospettiva rispetto alle drammatiche urgenze della contemporaneità".

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