Certo intendiamoci; dopo aver visto questo film, Ridley Scott resterà il grande regista di Blade Runner e Matt Damon un bravissimo attore, tra i miei preferiti.
Tuttavia, per dirla tutta, nonostante il grande battage pubblicitario e le ottime premesse, questo film mi ha deluso.
Siamo lontani anni luce da Gravity e Interstellar, e non lo dico solo in senso astrale.
Il nostro novello Robinson Crusoe, privato dello spassoso Venerdì, fa acqua da tutte le parti (e dire che su Marte non ce n'è).
Prendiamo l'Adamo Primitivo di tanta letteratura americana, spostiamolo su Marte, diamogli tanta certezza nella capacità della Scienza, ed ecco il film che gli States vogliono vedere.
Manca Dio (se ne parla poco), manca la Famiglia (il protagonista non è sposato o fidanzato), si intuisce la Patria e la Nasa gioca il ruolo della Chioccia con i pulcini, ma la sostanza è lì intatta, intonsa.
Ed eccolo di fronte a noi, il botanico più gagliardo del mondo, anzi no, di Marte. Che grazie a patate ed escrementi sopravvive contro la natura matrigna (altra domanda, ma la natura su Marte è matrigna o aliena?)... E allora vai di pennarello a segnare il trascorrere del tempo, di discomusic e di serie tv (Donna Summer ed Happy Days), di soluzioni geniali e di preoccupazioni superabili.
Intuibile anche il finale con recupero al cardiopalma, sala controllo che esulta, bandierine americane e approvazione cinese (furbi loro).
Intuibile anche il finale con recupero al cardiopalma, sala controllo che esulta, bandierine americane e approvazione cinese (furbi loro).
Un per niente bel film. Anzi no, scusate. Un brutto film.
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