giovedì 18 giugno 2020

Che cos'é un intellettuale

L'indagine sul ruolo degli intellettuali è apparsa sempre legata, pere motivi più che ovvi, alle questioni attinenti ai rapporti tra sapere e potere, tra pensiero e azione, tra teoria e pratica, tra utopia e realtà…
E' giusto affermare, come accade sempre più spesso, che l'intellettuale, genericamente inteso, debba essere giudicato ormai un Attore Sociale senza futuro, soltanto un vestigio del passato?
Mi sembra una conclusione troppo sbrigativa per essere attendibile…
La dinamica della storia delle idee al di fuori della storia degli intellettuali che hanno reso possibile la dinamica del Mutamento e dell'Innovazione.
E' impensabile senza ricollegarsi a quegli intellettuali che, con il loro pensiero indocile, anzi spesso sovversivo, hanno contribuito a mettere in crisi i valori fondanti dei dogmi, delle credenze, dei costrutti ideologici vigenti nelle società e culture di appartenenza.
Benché la vocazione di questi uomini sia stata, in sostanza, la stessa, ossia la vocazione a dissentire, a pensare diversamente, lo stendardo ideale che innalzavano non è stato sempre il medesimo.
Neppure il bersaglio del loro dissenso.
Per rendersene conto basta percorrere l'elenco delle qualifiche che, nel corso della storia, sono state loro attribuite: cinici, stoici, eretici, mistici, gnostici, scismatici, millenaristi, goliardi, protestanti, melanconici, utopisti, illuministi, anarchici, socialisti.
Ma non è una forzatura in un'unica famiglia uomini che esprimono correnti di pensiero nate in contesti tanto differenti: essi hanno in comune la loro Eterodossia.
Fino a prova contraria, non vedo alcunché di ardito nel supporre che essi personifichino, ognuno a suo modo, una qualche forma di eterodossia.
Rilevo un altro aspetto della questione dell'eterodossia. E' indubbio che c'é un elemento che accomuna, sul piano concettuale, tutti gli eterodossi di tutte le epoche e in tutti i contesti sociali e culturali.
Esso è facilmente intuibile ricorrendo all'etimologia greca della parola: héteros: altro, diverso; dòksa: opinione.
In breve, gente con un'altra opinione. Il che ci fornisce una chiave interpretativa giusta, ma ancora troppo vaga.
Cerchiamo di precisarla: per eterodossi si devono intendere qui tutti coloro che, in un modo o nell'altro, agiscono in contrapposizione ai dogmi, ai corpi dottrinali, ai modelli di comportamento, agli ordinamenti simbolici e anche gli assetti di potere esistenti.
Tutta gente che, come Guglielmo Lunga Barba nella Londra del 1196, voleva "fare cose nuove" (moliri nova). Ribelli, oppugnatori, antagonisti, trasgressivi, insomma dissidenti per vocazione, e in certi casi apertamente eversivi, rivoluzionari. La tradizione degli eterodossi é sicuramente la tradizione degli intellettuali.
Ancora un libro sugli intellettuali? Non rischieranno, e noi con loro, di guardarsi l'ombelico e di non vedere più il mondo? Oppure, di intellettuali c'é e ci sarà sempre bisogno?
E se invece servisse (di fronte al mutare dei media) ripensare questa figura? Dare un nuovo ruolo a questi grilli parlanti? E se invece scoprissimo che intellettuale è chiunque si pone domande per gli altri scontate o inutili? E come ovviare al rumore (web, social, televisione…) che ha sommerso le voci critiche rendendo tutto illeggibile, digerito e masticato, pronto e semplice… togliendo sapore alla ricerca, alla riflessione, al testo scritto… ?
La libertà dell'individuo non è il privilegio di un intellettuale di scrivere ciò che gli piace scrivere, ma di essere una voce che può parlare a quelli che sono zitti (those who are silent). La libertà però di far sentire la propria voce è inseparabile dalla libertà di ascolto di "quelli che sono zitti".
Pensiamo a quanto accaduto in questi tempi con il virus. Ci si aspettavano risposte serie, è arrivato il caos: "L'esperto non è altro che un ruolo, e come ogni ruolo presuppone un'aspettativa"...
E come cancellare l'aura negativa dedicata a chi pensa contro corrente? "Questo modo di intendere il pensiero di Machiavelli è ormai tanto radicato tra la gente che, per esempio, l'espressione Old Nick (Satana) allude, in angloamericano, appunto a Niccolò Machiavelli, anche se questo originario nesso semantico è andato perso e nessuno ne è più consapevole.
Agli inizi del Settecento, Daniel Defoe aveva intravisto una nuova prospettiva occupazionale per gli "uomini di scrittura": il giornalismo. Non a caso egli viene considerato il fondatore del giornalismo moderno.

Forse ripartendo dal principio… dal poco di certi parti del mondo ove ad esempio: "Soltanto in alcuni paesi del Terzo Mondo, così almeno sembra, il tradizionale ruolo dell'intellettuale sacerdote regge ancora. La verità é che il ruolo oracolare degli intellettuali non viene più richiesto e, quando accade, non è in buona fede, ma soltanto per ragioni palesemente contingenti.
Fatto sta che il ruolo oracolare dell'intellettuale è diventato superfluo perché tutta la società é diventata a suo modo oracolare…
E che dire dei politici che hanno sottratto il ruolo di oracolo, divenendo tutt'uno con il verbo? Forse perché in un quadro di assenza di idee, di progetti, di sogni, di futuro, tutto è spiegabile e non serve più questo ruolo?  
"Leopold scriveva: "Gli uomini di cui sappiamo tutto ciò che vogliamo sapere non hanno prestigio".
Ciò vale sino ad una certa soglia critica, dopodiché la sua fisionomia, i suoi gesti, le sue parole, ogni giorno sempre gli stessi, mai presi sul serio dal telespettatore, diventano solo rumore di fondo".
A meno che, l'intellettuale accetti di scendere nell'arena usando le stesse armi dei suoi nuovi avversari, battere il pudore, abbandonare riti e procedure antiche… "Si può dire che questo intellettuale è afflitto dalla sindrome Stentore. Come si ricorderà nell'Iliade, Stentore era quel guerriero acheo in cui si impersonava la dea Hera, e che durante il combattimento "tanto forte gridava quanto cinquanta degli altri". Occorre che venga individuata una nuova figura sociale capace di continuare a stimolare il pensiero ossia di continuare a problematizzare il nostro sapere sugli uomini e sul mondo…
Maldonado non dice tutto, ma qualche spiraglio c'é, qualche idea arriva… riflettiamo, diventiamo intellettuali.
 
 
 
 
 

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