venerdì 24 gennaio 2020

Tacito - La Germania

Tacito, il più grande storico della latinità, esordì con due brevi monografie, due gioielli che già fanno presagire i capolavori della maturità.
Uno è "La vita di Agricola", elogio funebre del suocero Giulio Agricola, artefice dei successi militari romani in Britannia fra il 78 e l'84 d.C.
L'altra è "La Germania", l'unica opera di carattere etnografico dedicata a un popolo straniero che ci sia giunta dall'antichità, nella quale l'intento descrittivo si colora di motivazioni etiche, contrapponendo polemicamente l'integrità morale dei barbari germani alla corruzione e all'avidità della Roma Imperiale. L'esaltazione della forza guerriera e della purezza morale dei Germani appare messa implicitamente in contrasto con la devastante corruzione e una sorta di iniziale decrepitezza fisica e morale del mondo romano. (dal risvolto del testo).
 
 
Autentica miniera d'ora questo breve testo, il cui valore etnografico è indiscusso e, almeno per me, diventa oggetto di confronto con tanta letteratura di tempi più recenti, pensiamo ai testi di chi, con occhio critico incontrava e descriveva gli indiani d'America o i popoli del sud.. una contrapposizione tra "il buon selvaggio" e la corruzione dei tempi moderni.
Si aggiunga a questo primo approccio, l'indagare sui termini utilizzati, che ancora oggi echeggiano nei nomi della settimana, piuttosto che nella difficoltà della ricerca imparziale, che tanto riscontro ha avuto nella letteratura medievale - laddove si parla di popoli con grandi orecchie o con occhi sul petto - o ancora nel ripercorrere i riti e le religioni altrui, a dimostrazione che la fede è un susseguirsi di assimilazioni di precedenti usanze e credenze, poi mascherate o adattate (e la nostra non è seconda a nessuna) ai tempi ed alle necessità.
Un testo su cui spendere del tempo, per riflettere e scoprire che certi scritti non finiscono mai di raccontare qualcosa anche allo smaliziato lettore moderno.


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