venerdì 4 gennaio 2019

Suburbicon

Tutto bello, tutto lindo nella periferia americana anni '50. Tutto piacevolmente sereno, sino a quando una famiglia di colore si trasferisce in quella che appare un'enclave bianca.
Nulla sarà più come prima… o meglio, nulla è mai stato come dovrebbe essere… perché l'apparente serenità, pulizia e amicizia scompaiono e la bestialità emerge da ogni angolo. Ora nessuno è più al sicuro e ogni vicino, collega, amico, padre o madre, diventa un pericolo per il prossimo.
Basato su un testo dei terribili fratelli Coen, George Clooney dirige questo noir.
Se tutto è come sembra, allora cosa è reale? La violenza? la cupidigia? la gelosia? la mancanza assoluta di scrupoli? Ogni genere di azione, anche la più spregevole è ammessa… persino quella che, in nome di una suprema idea di felicità, distrugge ogni legame, persino quello sacro del padre per il figlio, per la moglie, per chiunque.
E più i personaggi della middle class americana sono in trappola, più appare evidente che le risposte che potranno dare si riducono ad una: la violenza.
Un'appartenenza sociale che genera mostri, senza speranza, se non quella di ricorrere alla più bieca risposta pur di salvare la propria situazione (bella o brutta che sia), l'incapacità di andare oltre il sorriso (falso) o il saluto (tra pari) ma pronti a coalizzarsi contro l'intruso, ritenuto pericoloso… e che non ci fa vedere quello che invece alberga in ogni casa.
Ottima interpretazione di Julianne More, nel doppio ruolo della moglie e dell'amante… due gemelle nella stessa abitazione. Bravo Matt Damon, sempre a suo agio nel prendere bastonate dal destino avverso… un ottimo film per dare avvio al nuovo anno.

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