martedì 27 marzo 2018

Lezioni Americane

Dopo aver letto "I sentieri dei nidi di ragno" e "L'entrata in Guerra" eccomi alle prese con un altro libro di Italo Calvino. L'ultimo, prima della morte, nemmeno un libro nella realtà... forse il suo testamento, un libro sullo scrivere, sui valori da conservare...
Vediamo scorrere di fronte a noi, argomenti quali "Leggerezza", "Rapidità", "Esattezza", "Visibilità", "Molteplicità"... e l'incompiuta "Cominciare e finire". In ognuno ritroviamo la lucidità di Calvino, la sua esattezza nel pesare le parole, l'azione di cesello nel sottrarre il superfluo dal testo. Un'autentica lezione di cultura... un luce sulla letteratura e le sue regole.... un testo da conoscere, della cui profondità c'é ancora oggi un gran bisogno.

 
"Il 6 giugno 1984 Calvino fu ufficialmente invitato dall'Università Harvard a tenere le Charles Eliot Norton Poetry Legures.
Si tratta di un ciclo di sei conferenze che hanno luogo nel corso di un anno accademico all'Università Harvard, Cambridge, nel Massachusetts.
Il termine "poetry" significa in questo caso, ogni forma di comunicazione poetica, letteraria, musicale, figurativa e la scelta del tema è interamente libera.
Questa libertà é stato il primo problema che Calvino ha dovuto affrontare, convinto com'era di quanto sia importante la costrizione nel lavoro letterario.
Dal momento in cui riuscì a definire chiaramente il tema da trattare - alcuni valori letterari da conservare nel prossimo millennio - dedicò quasi tutto il suo tempo alla preparazione delle conferenze.
Presto diventarono un'ossessione, e un giorno mi disse di avere idee e materiali per almeno otto lezioni, e non soltanto le sei previste e obbligatorie.
Conosco il titolo di quella che avrebbe potuto essere l'ottava: "Sul cominciare e sul finire" (dei romanzi), ma fino ad oggi non ho trovato il testo.
Solo appunti.
Al momento di partire per gli Stati Uniti, delle sei lezioni ne aveva scritte cinque.
Manca la sesta "Consistency" e di questa solo so che si sarebbe riferito a Bartleby di Herman Melville.
L'avrebbe scritta ad Harvard.
Naturalmente queste sono le conferenze che Calvino avrebbe letto.
Ci sarebbe stata certamente una nuova revisione prima della stampa: non credo però che avrebbe introdotto importanti cambiamenti.
Questo libro riproduce il dattiloscritto come l'ho trovato.
Un giorno, non so quando, ci sarà una edizione critica dei quaderni manoscritti.
Ho lasciato in inglese le parole da lui scritte direttamente in quella lingua, così come in lingua originale sono rimaste le citazioni.
Arrivo adesso al punto più difficile: il titolo.
Calvino ha lasciato questo libro senza titolo italiano.
Aveva dovuto pensare prima al titolo inglese "Six memos for the next millennium" ed era il titolo definitivo.  
Impossibile sapere cosa sarebbe diventato in italiano.
Se mi sono decisa finalmente per "Lezioni Americane" è perché in quell'ultima estate di Calvino, Pietro Citati veniva a trovarlo spesso al mattino e la prima domanda che faceva era: "Come vanno le lezioni americane?" e di lezioni americane si parlava.
So che questo non basta e Calvino preferiva dare una certa uniformità ai titoli dei suoi libri in tutte le lingue.
Palomar era stato scelto precisamente per questa ragione.
Aggiungerò he il dattiloscritto si trovava sulla sua scrivania, in perfetto ordine, in ogni singola cartella".

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