sabato 15 giugno 2024

Contro il no profit


Che cosa hanno in comune un'università non statale e un doposcuola in quartieri degradati?
Un centro fitness e un'organizzazione sportiva per disabili?
Un pub e una mensa per i poveri?
Una clinica religiosa e un'associazione di volontariato sanitario?
Per tutti è ovvio che siano organizzazioni preziose perché non distribuiscono utili, favoriscono la coesione sociale e rispondono ai bisogni dei più deboli.
Il loro contributo all'interesse generale, però, non è scontato.
Una teoria difettosa ha infatti unito in un insieme magmatico iniziative della massima utilità sociale, altre genericamente positive e altre che utilizzano a fini propri l'alone di benemerenza di cui questo insieme gode.
Giovanni Moro fornisce una prospettiva critica su questa realtà, sempre più importante ma conosciuta poco e male.

Estratti.
Pagina 10 - il problema è che nella categorizzazione del non profit una miriade di organizzazioni e iniziative vengono accorpate in un magma informe, tenuto insieme solo da una ragione fiscale, e nel quale attività della massima utilità sociale finiscono per essere messe insieme ad altre, ottime e piacevoli ma che con l'interesse generale c'entrano poco; e insieme ad altre ancora, che invece utilizzano (in diversi casi più precisamente sfruttano) l'alone di rispetto, simpatia e fiducia pubblica di cui questo magma gode, soprattutto per merito di chi lo fa credendoci.

Pagina 11 - per dirla con le parole di Ulrich Beck, i cittadini nell'era della seconda modernità "esercitano concretamente i loro diritti finora solo formali riempendoli della vita per la quale ritengono valga la pena di vivere.

Pagina 12 - Invece di un monitoraggio e di una valutazione del pubblico connessi alla effettiva attività svolta e ai reali benefici conseguiti dalla collettività e dalle persone in stato di bisogno, si sono attivati controlli burocratici e puramente formali, basati sulla tradizionale cultura del sospetto dello Stato verso i cittadini, salvo stracciarsi le vesti quando si scopriva che qualcuno si era appropriato di soldi non propri o che ne aveva fatto un uso abnorme.

Pagina 13 - Chi fa ricerca sa che gli oggetti della osservazione scientifica sono di due tipi. Si possono rendere queste diverse situazioni, facendo ricorso al linguaggio comune, in termini di enigmi e puzzle.
Gli enigmi sono quelli che caratterizzano situazioni in cui non tutto è noto o visibile, per cui il lavoro del ricercatore é volto a scoprire fatti, fenomeni o processi che fino a quel momento non erano stati individuati e che sono necessari per interpretare o spiegare la realtà.
I puzzle, invece, denotano situazioni in cui tutto è già noto e ciò che è necessario è assemblare o fondere le informazioni esistenti in modo tale da spiegare di più e meglio fatti e circostanze.
Sulla base di questa distinzione, si può dire che l'oggetto del libro è tutto meno che un enigma.

Pagina 14 - Framing - Frame comunicativo. Con questo termine inglese gli studiosi di comunicazione si riferiscono a un processo di influenza selettiva sulla percezione dei significati che i soggetti .. attribuiscono ai messaggi mediali. Il framing, cioè, garantisce l'accesso ad alcuni significati , allontanandone altri, comunque plausibili.
La funzione del framing, in altre parole, è quella di definire la realtà come campo di significati che ha una forte incidenza anche sulla operatività. Valga per tutti l'esempio della immigrazione, da anni comunicata in Italia in un frame connesso alla legalità, alla sicurezza e alla difesa di noi aborigeni contro il pericolo esterno, da cui discendono politiche pubbliche di tipo securitario.

Pagina 57 - Come ben sanno le organizzazioni di volontariato, non c'é niente di peggio di un volontario che - in forza di una specie di complesso di superiorità morale - pensa di stare facendo un favore alla organizzazione e pretende di fare a modo suo le cose che ritiene più meritevoli anziché quelle che servono e nella maniera in cui vanno fatte.

Pagina 73 - Anche sul piano dei controlli, non solo in linea di fatto ma anche in linea di principio, ciò che è previsto sono controlli sui bilanci, non sul tipo di attività, o sulla sua effettiva utilità sociale e, soprattutto, sulla sua efficacia.

Pagina 73 - Questa idea che qualcuno sia "di utilità sociale" di diritto e non che si riconosca la utilità sociale, a parità di condizioni, come un dato di fatto é fuori di ogni logica, tranne, forse, quella impazzita dell'amministrazione italiana.

Pagina 86 - il secondo strumento è quello denominato "Più dai, meno versi". Si tratta della legge 80 del 2005 che prevede che le donazioni in denaro o in natura erogate da persone fisiche o giuridiche in favore di onlus siano deducibili dal reddito complessivo del soggetto erogatore nel limite del 10% del reddito dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000 euro l'anno.

Pagina 107 - Personalmente, sia come leader di una organizzazione civica che come studioso e insegnante, ho sempre sostenuto la necessità che le organizzazioni di cittadini assumano una logica di impresa e siano gestite con professionalità e non facciano solo testimonianza.

Pagina 108 - Fare il loro tirocinio nominalmente in un'associazione di volontariato o in una cooperativa sociale convenzionate con gli enti pubblici per gestire servizi di welfare, ma di fatto sono selezionati dagli uffici comunali o dalle ASL, per loro lavorano e a loro rispondono.
Questa concezione singolare della sussidiarietà, che Gian Paolo Barbetta ha chiamato "sussidiarietà strumentale", individua in alcuni tipi di organizzazioni non profit non il soggetto più adatto, per le sue caratteristiche e competenze, a gestire un certo servizio, ma solo una opportunità per garantire gli stessi servizi a costi minori, oppure per aggirare il blocco delle assunzioni imposto dalle varie spending review.

Pagina 161 - Una invenzione molto discutibile sul piano concettuale ha generato un mostro senza più controllo, ha ridotto i cittadini a clienti di altri cittadini, ha dato un valore assoluto ad attività di modesta importanza, ha utilizzato l'impegno, la responsabilità e la generosità di milioni di persone per giustificare la esistenza di forme di imprenditorialità che in molti casi sono davvero "sociali", ma in molti di più, temo, sono tutt'altro che l'annuncio di un nuovo mondo.
E, non da ultimo, ha introdotto, almeno nel nostro paese e in Europa, un modello di welfare concorrente con quello esistente, che nessuno ha scelto di adottare e che lì dove è nato ed è praticato ha dato risultati niente affatto incoraggianti.















 

 

Disabilità e lavoro


In questi ultimi mesi, oltre ai tradizionali ed amatissimi libri, sempre più spesso mi trovo a leggere dispense e documenti di più o meno piccola dimensione. Piccole perle che illustrano progettualità ed idee che girano intorno alla cura del prossimo e degli ultimi in particolare.
Non fa eccezione questo testo "Per un nuovo incontro tra disabilità e lavoro" con cui si illustra un progetto pilota portato avanti con diverse aziende internazionali a proposito dell'inserimento di persone con disabilità nel mondo del lavoro.

Società interessate dal progetto:
1. Decathlon Italia
2. Leroy Merlin
3. Kiabi
4. La Piadineria
5. Tubettificio Perfektup
6. Link Group
7. Bruker Italia
oltre alla Cooperativa Sociale Cascina Biblioteca tramite un progetto ex art. 14 DL 276/2023

I principali bisogni individuati:
1. La figura del Tutor
2. il bisogno di una formazione adeguata
3. Il rapporto coi medici del lavoro
4. il peso dei vertici
5. Le carriere bloccate
6. La necessità di un cambiamento culturale. 

Spesso vissuto come un onere dalle risorse umane. l'inserimento delle persone con disabilità per essere efficace e positivo per l'azienda richiede una consapevolezza oggi poco presente.

Workfare: ci riferiamo in particolare all'accrescimento degli sforzi istituzionali per migliorare l'occupabilità di coloro che hanno bassa contrattualità sociale.

Le azioni progettuali previste:
1. Analisi e consulenza organizzativa
2. Preselezione, selezione e matching
3. Coaching rivolto a tutor aziendali
4. Processi di comunicazione e sensibilizzazione
5. Formazione
6. Sportello di ascolto e consulenza

Interessante progetto ex art. 14 Convenzione con l'inserimento lavorativo di persone con l'invalidità in una cooperativa sociale ex art. 14 del DL 276/2023 acquistando i prodotti come una commessa di lavoro esternalizzata.

Apprendimenti. Una regola Aurea
1. Person first language
2. No a eroismo e pietismo
3. No all'abilismo
4. Kronos e Kairos

Kronos crea un'accelerazione, che in sostanza accorcia la durata della vita: é il tempo che divora tutte le cose. E' il tempo che ci fa dire: "non ho tempo, vorrei ma non posso, lo farò quando..."
Kairos invece è anche detto "il tempo di Dio".
Vivere il Kairos sul posto di lavoro vuol dire trovare delle modalità per rendere l'ambiente meno ostile. Impegnarsi a costruire relazioni che ci facciano sentire tutti meno soli, affrontare la fatica con un sorriso, invece che con rabbia o lamentele.



 

 

domenica 9 giugno 2024

il volontariato del nuovo millennio


Questo testo riprende le tesi di Luciano Tavazza, per il tramite dell'Associazione che porta il suo nome e prosegue negli studi da lui avviati.

Metodo Tavazza - o dei 4 Pilastri.

1° Pilastro - La capacità costante di scrutare l'orizzonte, di coltivare pensieri a lunga gittata e disegnare la mappa del cammini. Il pilastro della visione.

2° Pilastro - Coltivare una buona memoria. Una memoria da portare all'essenziale, per non appesantire e schiacciare il passo, sempre critica e naturalmente in grado di stimolare pensieri e impegni positivi. Il pilastro della memoria.

3° Pilastro - E' la capacità di tradurre la visione, le idee di fondo e i valori regolativi in progettualità, dal pensare al fare, in agire fecondo. Il pilastro della progettualità.

4° Pilastro - L'impegno quotidiano che prende dentro e coinvolge a livello sia personale che comunitario. Il Pilatro della responsabilità.

I tranelli

1° Tranello - L'autoreferenzialità. Reazione del tutto difensiva, umanamente del tutto comprensibile ma che toglie linfa vitale che nutre il proprio impegno nel pensarsi e nell'essere soggetto di cambiamento in relazione con le dinamiche sociali.

2° Tranello - La Dissolvenza. Impegno che si richiude nella logica dominante dell'utilitarismo.

Rimedi

1° Rimedio - La rigenerazione. Rigenerazione di relazioni umane, sociali, politiche, economiche, progettuali e partecipative.

2° Rimedio - il Territorio. Nel territorio il volontario vive e promuove il cambiamento. Globalizzazione Ecosostenibile.

5 dicembre Giornate Mondiale del Volontariato.

Come garantire il difficile equilibrio tra l'anima ideale e l'anima efficientista.
L'attuale normativa mette la promozione della cultura della solidarietà a carico delle Amministrazioni pubbliche. Il Volontariato, raggruppato all'interno di un sistema o mercantile o istituzionale.
Prevale la formazione strumentale a discapito del saper essere e saper vedere e leggere le cause che generano il bisogno.


 

martedì 4 giugno 2024

8 secondi


Prima che abbiate finito di leggere questo testo vi sarete distratti almeno un paio di volte.
Probabilmente avrete già dimenticato il titolo del libro che avete tra le mani o il nome della sua autrice.
Forse avrete interrotto la lettura per rispondere a un vostro amico o controllare l'apprezzamento social di un vostro post o di una vostra foto.
In ogni caso, è pressoché certo che in questo momento abbiate in mano uno smartphone e che il vostro sguardo si stia già allontanando da queste righe.
Benvenuti nell'era della distrazione infinita.
Ma come è possibile che la nostra attenzione sia diventata inferiore a quella di un pesce rosso?
Ed è vero che i like di Facebook stimolano le stesse aree attivate dall'assunzione di stupefacenti?
In che modo la presenza di uno smartphone nelle vicinanze incide sulle nostre capacità cognitive?
I social stanno modificando la struttura del nostro cervello?
Lisa Iotti ci guida nel mondo dell'iperconnessione.
Il suo è un viaggio, intimo e sconvolgente, nel lato oscuro della rivoluzione digitale, attraverso le ossessioni, i pericoli e le paure che caratterizzano il nostro contemporaneo dai laboratori in cui si svolgono ricerche sul comportamento delle nostre reti neurali durante l'utilizzo di App alle stanze in cui vengono studiate le possibili trasformazioni posturali dovute all'uso degli smartphone; dai centri per curare le dipendenze psicologiche da cellulare ai ritiri in cui disintossicarsi dal telefono grazie alla meditazione; dagli incontri con alcuni dei più importanti studiosi della mente a quelli con i pentiti della Silicon Valley, diventati oggi profeti della disconnessione da social e device.
Tra reportage e narrazione personale, 8 secondi è un'opera che nasce dalla necessità di trovare risposte alle nostre inquietudini e che finisce per aprirci nuove domande e nuovi scenari.

Pagina 18 - La prima cosa vera è che è il contatto con gli altri, soprattutto con le persone che non conosciamo, presuppone sempre fatica; significa un'immersione in un mare aperto da cui non sappiamo mai come torneremo.
Conoscere vuol dire far entrare qualcuno nella nostra linea di confine, inventare strategie di comunicazione, di attrazione, seduzione, repulsione: esporsi, mettere in moto aspettative, difese, possibili fraintendimenti, rifiuti.

Pagina 19 - Da quando la tecnologia ci ha dato la straordinaria opportunità di liberarcene, il disagio, la fatica, lo sforzo sono tutte esperienze che non siamo più disposti a tollerare: l'elusione di intimità con gli altri e con noi stessi, insieme a tutto il carico di contraddizioni, disordine e mistero - altrimenti detto "vita" - è il prezzo da pagare per questa opportunità.

Pagina 31 - A ripensarci, era tutto lì: in quella superficie liscia e levigata dal touchscreen, nessuna increspatura, nulla che facesse resistenza, la metafora della contemporaneità.

Pagina 33 - Quando mi capita di sentire il cellulare vibrare in tasca anche se non c'é nessuna chiamata o messaggio in arrivo? E' una forma di allucinazione, che riguarda nove persone su dieci e che ha persino in nome scientifico: Sindrome della vibrazione fantasma.

Pagina 35 - Truismo - barbarismo dall'inglese True (vero).  
I cellulari sono come il doudou, il pupazzo della nanna. Che cos'é un doudou per i bambini? mi ha spiegato qualche giorno fa al telefono il dottor Laurent Karila, un orsetto, un peluche, un pezzo di tela da toccare, da accarezzare. E' qualcosa che li calma, li tranquillizza, che li fa dormire più sereni. Gli smartphone per noi sono la stessa cosa.

Pagina 36 - "E' angosciato, sta male, è come la sindrome abbandonica dei bambini quando perdono il loro peluche o non vedono più la mamma; solo che a noi succede coi cellulari. Si chiama nomofobia, una crasi da "no mobile" e "Phobia", la paura di restare senza telefono.

Pagina 37 - Vero è che ciascuno di noi ha una quantità massima di infelicità o di disagio che può sopportare, raggiunta la quale è come se l'anima aspettasse solo un segno, una smagliatura nella superficie del destino per infilarsi e fare leva. Alle volte basta una leggera inclinazione del piano, anche pochi gradi, perché un'energia compressa prenda forza e rotoli giù fino a schiantarsi, o a trovare una via d'uscita e salvarsi, se è fortunata.

Pagina 45 - Non voglio fare la retorica della fatica - ma l'energia impiegata per ottenere un risultato è sempre stata nella cultura novecentesca una componente fondamentale del risultato stesso.

Pagina 46 - Intrattenersi con i propri pensieri è un'arte complessa. Intanto perché presuppone avere dei pensieri, e poi sapere cosa farne. Un'agonia.

Pagina 47 - MI tornano in mente tutte le volte che mi sono sforzata di concentrarmi su qualcosa di concreto per allontanare un pensiero - o il ricordo di un qualcuno - che sapevo farmi male; ripenso alla fatica fatta per cercare di dirottare la mia attenzione e il mio dolore verso qualcosa di salutare.

Pagina 48 - Tutto questo ignorare e decidere ha un costo cognitivo. Dover affrontare così tante decisioni banali nella vita quotidiana ha creato un affaticamento neuronale che non lascia energia per le decisioni importanti.

Pagina 50 - L'incertezza è uno dei più potenti afrodisiaci in circolazione; più che dall'atto siamo attratti dalla potenzialità.

Pagina 51 - Ci siamo convinti di sapere molto più di quello che sappiamo, di avere ragione. E credere di avere ragione è di solito la via più breve per avere torto. Si chiama effetto Dunning - Kruger.

Pagina 157 - In rete noi non vediamo la foresta, nemmeno gli alberi o i rami, ma solo le foglie, le venature, il picciolo, dettagli di un insieme che ignoriamo. Abbiamo scambiato la sensazione di sapere con il sapere.

Pagina 196 - Epilogo. Sicuro se c'é qualcosa di fragile o di sghembo o di rotto dentro di noi, un algoritmo lo scoverà e lo trasformerà in un lauto dividendo per gli azionisti della società. O per qualche scopo preciso.

Pagina 198 - Essere capaci di accogliere le nostre abrasioni, i nostri spigoli, fare spazio alla noia e al dolore, senza depistarli, ricucendo e rattoppando buchi che si ristrappano alla prima occasione. La tristezza, la solitudine, il senso di inadeguatezza torneranno sempre, come le onde del mare, non ci possiamo fare niente; possiamo però riconoscerle per quello che sono, onde appunto, e coltivare la gratitudine e la compassione, essere pronti a riconoscere cosa ci fa stare bene e cercare di distenderlo il più possibile, farlo durare, come la nota di un diapason su cui accordare ogni gesto del nostro quotidiano.

Pagina 199 - Dagli amori malati si esce quando si diventa grandi. Quando ci si stanca di non avere il controllo della nostra vita. Quando torniamo ad abitarci e a volerci bene. O semplicemente quando non è più divertente.










 

il volontariato dopo lo stato sociale