sabato 13 novembre 2021

Su una gamba sola



Un incidente di montagna in Norvegia: Oliver Sacks si ritrova su un letto con una gamba che, nella sua percezione, non gli appartiene più.
All'inizio pensa che il suo caso sia semplice e banale.
Poi si trova sprofondato in un "abisso di effetti bizzarri e anche terrificanti".
Quella gamba alienata dal suo corpo lo induce a indagare l'orrore e la meraviglia che occhieggiano dietro la vita e che sono celati, per così dire, dietro la superficie usuale della salute.
Perdere la percezione di un arto lede l'immagine di sé stessi, obbliga a chiedersi che cosa sia questo SE' che agisce in noi.
Anche questa volta, Sacks indaga e ci fa partecipi della sua indagine, attraverso il racconto che sarà il il racconto di uno strano viaggio in avanti e all'indietro - perché questa sembra essere la natura del pensiero: ricondurci al suo punto di partenza, alla casa atemporale della mente. (tratto dal libro).

Avvicinatomi al testo, come al solito, in punta di piedi, poco a poco vengo assorbito dalla lettura... complici alcuni similitudini con l'accaduto (l'incidente in montagna, lo stato di prostrazione nella percezione di sé e dei propri limiti di essere umano, l'attuale condizione di malattia), la lettura mi prende e mi fa riflettere...
E' innanzitutto la storia di una assenza. I libri si distinguono principalmente  in storie di "presenze": le avventure ed i racconti delle proprie esperienze, o in "assenze": le biografie ad esempio... difficile trovare resoconti di "parziali assenze e successive presenze".... questo libro ha il pregio di ripercorrere la perdita di un arto, a causa di un incidente, la riflessione sull'assenza, il ritorno della percezione dell'arto e del proprio corpo nella sua interezza.

Oliver Sacks esplora ogni aspetto della vicenda, dalla medicina alla filosofia, dalla storia alla ricerca... non manca nulla, nemmeno una soluzione "Kantiana" della malattia e del suo percorso. Affascinante è dire poco. Bellissimo libro.

 

 

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