venerdì 28 maggio 2021

il re della pioggia


 All'età di 55 anni Eugene Henderson si accorge che la propria vita somiglia a un "viluppo inesplicabile" insensato e inutile.

Americano di razza bianca, ultimo rampollo di una dinastia di fabbricanti di salsicce con un patrimonio di tre milioni di dollari, nipote di ministri e ambasciatori, laureato, reduce di guerra, decorato al valore, protestante, comincia a vedere attorno a sé "solo dolore".
Henderson sente il bisogno irrefrenabile di ubriacarsi, litigare con i vicini e con la moglie, di rompere ogni rapporto con i figli, di attaccare briga con un poliziotto, di sparare a un gatto, di riempire di maiali la fastosa dimora paterna.
E' un desiderio di autodistruzione, di annientamento e, insieme di redenzione.
C'è un punto decisivo.
E' la visita che Henderson compie, spinto dalla curiosità, nella casa di una vecchietta che aveva fatto morire di crepacuore.
Le stanze sono piene di cianfrusaglie, di detriti, di cocci di bottiglie, di ogni tipo di ciarpame accumulato nel corso di una vita.
A questo punto decide di passare all'azione: "Oh infame vergogna!" di ce a sé stesso.
"Perché ci lasciamo andare così? Cosa stiamo facendo? Anche tu morirai di questa pestilenza..."
Henderson decide di comprare un biglietto di sola andata per l'Africa Nera e di dare inizio ad un'avventura che è radicale, rivolta contro le rovine e lo squallore della civilizzazione.
Egli diventa "L'uomo della pioggia".
Quello di Bellow è un continente reinventato e fantastico, astratto e lunare.
Il viaggio del suo protagonista è un cammino iniziatico.
Personaggio caracollante e clownesco, divorato da un'inesauribile sete di conoscenza, Henderson è il buffo eroe di una satira contro il mito dell'America opulenta e prepotente.
Pubblicato nel 1959, "il Re della pioggia" è un libro pieno di comicità, dal ritmo vorticoso e incisivo, a pieno titolo erede del Candido di Voltaire, di Melville, di Twain.


E' un'Africa inventata, quella che incontriamo narrata in questo testo... e molto altro troviamo, tutto condito di ironia... le tragicomiche avventure di Henderson, che diviene poi, per un breve periodo, l'Uomo della Pioggia... è spassosa ed al tempo stesso profonda... "Io veramente adoro la vita, e se non posso raggiungerla in faccia, lascio andare il mio bacio un poco più in basso. Per chi mi capisce non c'é bisogno di altre spiegazioni" come non ridere di questo approccio alla vita? Fatta da chi oramai ha visto tutto quello che c'era da vedere e con spirito tipicamente Yankee deve trasformare il suo modus operandi da Homo Faber a Homo ... altro? Sta tutto qui, il racconto... in questa discrasia tra l'idea che di se si è fatto Henderson e la realtà... tra il mondo altro e se stesso... tra quello che lui si aspetta e quello che invece può e gli altri vogliono... riuscirà in questa titanica impresa? Ma soprattutto saprà riappacificarsi con la vita?

Re, io sono uomo del divenire. E la tua situazione, vedi, è diversa. Tu sei uomo dell'essere.

Nessun commento:

Posta un commento

Niente parolacce, né!

Capitalismo Woke