domenica 16 maggio 2021

Elogio delle erbacce

Flagello biblico, responsabili di avvelenamenti di massa o simbolo di rinascita post-bellica: fin dagli albori l'umanità ha rinunciato a dare una definizione scientifica di "erbaccia" cambiando etichetta a seconda delle mode e della cultura dell'epoca.


Prendendo avvio proprio da questo dato di fatto, l'autorevole botanico inglese Richard Mabey scrive la prima storia culturale di queste creature che vivono ai margini della società vegetale, così importanti per il sistema immunitario del pianeta, preziose per le loro proprietà curative, belle per le forme e i colori, eppure così strenuamente combattute dall'uomo che le ha sempre considerate pericolosi invasori dei suoi spazi.

E' proprio questa visione, frutto di luoghi comuni che Mabey intende ribaltare, attraverso pagine colte e raffinate, ricche di informazioni erudite e reminiscenze personali e artistico - letterarie, l'autore compie una riflessione che trascende i confini della botanica e approda alla filosofia, mettendo in luce l'affinità esistenziale tra noi e le erbacce, quel comune spirito di adattamento e quello istinto di sopravvivenza che dovrebbero indurci a riconoscere in loro delle compagne di vita da amare, dal destino saldamente intrecciato al nostro.

Un'autentica miniera d'oro questo libro. Un elenco ragionato e condito da spassosi episodi storici, insieme a tanta erudizione, a dimostrare che quando si ama qualcosa lo si riesce a trasmettere. A me a trasmesso l'amore per la natura e per la cosiddetta "natura inutile"... spero possa dare tanto anche a voi o almeno avvicinare a questa incredibile sensibilità noi esseri umani...

"Ralph Waldo Emerson preferiva esprimersi in termini di utilità e diceva che un erbaccia è semplicemente... una pianta le cui virtù non sono ancora state scoperte.

Altri affermano che le erbacce siano "piante che sabotano i progetti degli esseri umani o piante nel posto sbagliato"... ci si può contare, non c'é niente che ripulisca il terreno dalle erbacce infestanti di un buon campo di trifoglio...

Siamo abituati a considerare le erbacce come invasori, ma per essere precisi esse sono anche parte del patrimonio o dell'eredità di un luogo, una presenza ancestrale, una banca genetica disponibile al momento opportuno al di sopra della quale i nostri edifici e le nostre faccende non sono altro che un effimero carapace.

Le erbacce sono una sorte di sistema immunitario, organismi che entrano in gioco per riparare i tessuti danneggiati, ovvero, in questo caso la terra spogliata della vegetazione che la ricopriva.

Oggi la loro comparsa innesca gesti riflessi, non riflessioni. Le consideriamo intrusi impudenti ed incomprensibili, del tutto estranee al nostro modo di vivere la vita. Con un cambio di prospettiva radicale, ora, invece di prendercela con noi stessi, ce la prendiamo con loro.

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