sabato 8 maggio 2021

Green Book


"E' fattuale!", così direbbe il Feltri reinterpretato da Crozza, quando si intraprende un viaggio, quello che troviamo alla fine non è mai quello che cercavamo al principio. Regola che non fa eccezione in questo film.
Due persone più diverse (ma è davvero così) che decidono di viaggiare insieme (uno per protezione, l'altro per denaro) e che cammino facendo rivedono i rispettivi punti di vista, si affinano, si edulcorano sino a diventare una cosa diversa, sino forse a trovare il significato recondito del loro viaggiare... nell'altro ancor più importante viaggio che è la vita.
Ed è emblematica la frase pronunciata dal pianista Donald Shirley... a Sonny Lip: "non sono abbastanza nero per i miei, e non sono abbastanza bianco per i bianchi e non sono abbastanza uomo per entrambi... ma allora cosa sono?"... è questa ricerca di sé stessi che pone di fronte a sé i dilemmi irrisolti della vita. Voler dare una risposta, un senso a quel che accade, perché vivendo in una società segregazionista (quella americana anche recente) anche a volerla capire, non ci si capisce nulla. E ritorniamo a capo. Bravo il pianista sinché suona ed intrattiene, ma non pretendere gli stessi diritti. Quelli no, non li puoi avere. Da perderci la testa.
Forte è la risposta che Sonny (l'italiano grezzo, un pochino immischiato in mille traffici, amico dei mafiosi, ma anche padre affettuoso) il quale con orgoglio dice: "io i miei li conosco, io sono più nero di te, io mi sporco le mani... tu i tuoi manco li conosci"...
E' questo regno, questo piccolo universo costruito su misura che Shirley difende ad ogni costo, salvo poi rendersi conto che perde pezzi da tutte le parti... e alla fine un compromesso dovrà essere trovato.
Bellissimo road-movie giustamente premiato con Oscar e premi cinematografici... Speciale!

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