sabato 22 giugno 2019

I figli degli uomini

Sono rari quei casi in cui, la trasposizione cinematografica di un romanzo, racconto o storia, riesca ad eguagliare un bel testo. Sono mosche bianche!
Di solito, pur avvantaggiati dalla potenza del filmato, della visione, i film perdono, nulla possono contro il potere della parola. Ed invece ecco l'eccezione.
Incuriosito, dopo aver visto il bel film, qui la recensione, eccomi a leggere il testo… con mia somma disperazione…
Quello che leggo non è un romanzo, è uno sciupio della carta su cui è stampato.
Una storia senza capo né coda, un racconto che non va da nessuna parte… che parte quasi bene, crea qualche aspettativa, ma che finisce in vacca.
Scritto con i piedi, pagine e pagine per descrivere i minimi inutili dettagli "aveva i capelli rossi, le lentiggini, una giacca verde, la cravatta blu, le calze rosse, le mutande rosa, le scarpe con un buco sotto la suola, due foruncoli sul culo, un porro all'orecchia…. eeeeeee! Che cazzo! Ma cosa è? una gastroscopia? Una necroscopia forense? Ma piantala, vai a vendere frutta al mercato invece di scrivere così…
E la storia? Non si capisce come, da un istante all'altro, il colpo di scena che porta da morte certa a comandare l'intera Gran Bretagna ci viene somministrato con una tale tristezza, sciapo, sminchio, al punto che uno poi deve per forza dire: "ma allora! ma basta!!!" e buttare il romanzo nella carta da recupero…
 

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