sabato 16 ottobre 2010

Alessio, quel pugno, i suoi amici

E' una vicenda figlia del nostro tempo e della nostra società, quella che a Roma, vede la morte dell'infermiera rumena colpita da un pugno per futili motivi.
E' una società che non parla più e che quindi é costretta a menar le mani.
Fateci caso, quando le parole finiscono si passa alle vie di fatto... ma se non siamo in grado di spiaccicar parola che perdiamo tempo a fare? E quindi giù botte.
Lui ora, dopo la morte della signora Maricica dichiara il suo dispiacere, il suo pentimento.
Ma la cosa più incredibile é quel non aver capito cosa si é combinato e non capire il perché si debba andare in carcere. Stessa cosa per gli amici di Alessio. Quello striscione sotto casa, che ne chiede la liberazione é la prova del limite di questi ragazzi.
Ragazzi che non hanno capito e forse nemmeno mai capiranno il valore di una vita umana ed il rispetto del prossimo.
La violenza, figlia dell'ignoranza e della paura. La paura del prossimo, l'incapacità di comunicare, di conoscersi, di sopportare a volte la pochezza del prossimo.
La banalità del male é talmente evidente da scioccare. Frantuma ogni nostra certezza.
Un ultimo appunto alle persone che vista la signora Maricica in terra hanno pensato bene di pensare agli affari propri. E come se fosse stata uccisa più e più volte.

Nessun commento:

Posta un commento

Niente parolacce, né!

Ultra