sabato 10 dicembre 2022

La leggenda dei monti naviganti


 Un viaggio di settemila kilometri che cavalca la gobba montuosa della balena - Italia, lungo Alpi e Appennini, dal Golfo di Quamaro (Fiume) a Capo Sud (punto più meridionale della Penisola).
Parte dal mare, arriva sul mare, naviga come un transatlantico con due murate affacciate sulle onde ed evoca metafore marine, come chi veleggia, o forse vola, in un immenso arcipelago emerso.
Trovi valli dove non esiste l'elettricità, incontri grandi vecchi come Bonatti o Rigoni Stern, scivoli accanto a ferrovie abitate da mufloni e case cantoniere che emergono da un tempo lontanissimo, conosci bivacchi in fondo a caverne e santuari dove divinità pre-romane sbucano continuamente dietro ai santi del calendario.
E poi ancora ti imbatti in parroci - bracconieri, custodi di rifugi leggendari, musicanti in cerca di radici come Francesco Guccini o Vinicio Capossela.
Un'Italia di quota, poco visibile e poco raccontata.
Le due parti - o forse i due "libri", alla maniera latina - del racconto, Alpi e Appennini, hanno andatura e metrica diverse.
Le Alpi sono pilastri visibili, famosi sono fatte di monoliti ben illuminati e percorse da grandi strade.
Gli Appennini no: sono arcani, spopolati, dimenticati, nonostante in essi si annidi l'identità profonda della nazione.
Questo possente racconto di "monti naviganti" é cominciato sul quotidiano "La Repubblica" ed è diventato quello che oggi è, un poema di uomini e luoghi, impreziosito da una storia "per immagini" dalla fotografa Monika Bulaj, che ha seguito Paolo Rumiz in alcune tappe di questa avventura.

Leggere un libro di Rumiz è un poco come scendere un pendio: una volta preso l'abbrivio non ci si riesce più a fermare... é come essere a tavola e non essere mai sazi... si inizia a leggere e la curiosità del viaggiatore si trasforma in curiosità del lettore, dobbiamo sapere, dobbiamo scoprire, dobbiamo capire.. nulla può frapporsi tra noi e la verità, tra noi ed il passaggio suggestivo, capace di donarci certezze o totali cambi di rotta... Rumiz riesca a farci contagiare di questa sua insana passione... dotati di una "necessaria" cartina, riprendiamo il suo tracciato e cerchiamo di cogliere l'essenza di un luogo.. alcuni noti, altri sconosciuti... emerge così l'Italia... quella che, complice la distanza, non è ancora stata omologata.. forse oltraggiata, quello si... spopolata... ma non doma. Li ove è custodita la nostra storia... non quella maiuscola.. ma quella vera, popolare... leggere per capire.

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