giovedì 13 febbraio 2020

Event Horizon

Da "Solaris" in poi, la cinematografia legata alla fantascienza si è spesso intrecciata con salti temporali, macchine dotate di anima, inferno e psicosi…
Event Horizon non fa eccezione, e riprende molti di questi temi, forse troppi, con il risultato di non approfondirne alcuno… e se anche il finale ci permette di intuire (non capire) il senso della storia, facciamo davvero fatica ad individuare un cattivo, se non il dottor Weir (ottimamente interpretato da Sam Neill) così come ci è difficile intuire dove tutta la vicenda debba o voglia andare a parare.
Ci appare così, una vicenda, che pare insipida sin dal principio e non prende alcun gusto cammin facendo... Nave spaziale inviata nel nulla per cercare una precedente nave scomparsa... la troveranno, ma il contenuto della stessa sarà una brutta scoperta.
Mescolando tentativi di apparire intelligenti (il nome dell'astronave partita alla ricerca Lewis and Clark dal nome degli esploratori americani del West), i richiami in latino, le incisioni sulla pelle, a richiamare riti antichi... poi il fuoco, un simil demonio, esplosioni, voci, visioni di persone care e di rimorsi... e che palle… quale è il risultato? che non ci si raccapezza più, come in un concerto jazz, ove tutti però vanno e suonano senza seguire alcun canone… che dire? lo dico? Ma si dai, diciamolo… Basta!
 

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