sabato 13 aprile 2019

Spartak Mosca

Lo Spartak Mosca era l'unica squadra di calcio sovietica a godere di un autentico e profondo seguito popolare, non limitato alla capitale ma diffuso capillarmente in tutto il territorio dell'immenso paese, escluse forse l'Ucraina e la Georgia, dove il tifo per le Dinamo rispettivamente di Kiev e di Tbilisi era anche espressione di orgoglio nazionale, del desiderio di differenziarsi in qualche modo dalla Russia.
Con la fine dell'URSS la situazione non è sostanzialmente mutata, anzi la passione per lo Spartak Mosca è diventata un elemento unificante per le popolazioni di etnia russa al di là dei confini nazionali oggi (in URSS la loro costituzione era vietata dalla legge) esistono fan club dello Spartak Mosca da Kalinigrad e Vladivostock a Bajkonur (Kazachistan) e anche in Israele, dove si è dotata tra l'altro di un interessante sito internet.
Per comprendere i motivi di tale popolarità occorre risalire alle origini, ai primi anni venti, quanto in un rione operaio della città Mosca, un gruppo di giovani fanaticamente appassionati di calcio creò una propria squadra
Creò nel senso più completo del termine, perché, oltre a fondare la società costruì con le proprie mani, e a proprie spese, gli impianti sportivi (campo, tribune).
A questa squadra di quartiere, tenacemente cresciuta, a dispetto di mille avversità, a partire dalla metà degli anni trenta toccò l'ingrato compito di contrastare lo strapotere dei club militari, Dinamo (Commissariato agli Interni) e CDKA (Armata Rossa) in testa.
Difficile stabilire quanto tale ruolo antagonista fu deliberatamente scelto, di sicuro costò molto caro allo Spartak e soprattutto ai suoi fondatori, che non passarono indenni attraverso l'epoca delle grandi repressioni staliniane.
Ma furono proprio i drammi (talvolta tragedie) personali, uniti ai trionfi sul campo, a creare la leggenda dello Spartak Mosca, l'epopea della "squadra del popolo". (tratto dal libro).
 
 
Bellissimi questo breve (159 pagine) e minuto libretto, che parla si di sport, ma soprattutto di politica, di Russia, di storia di un mondo a noi poco noto, di potere e di repressione... senza dimenticare lo spirito del racconto: quello di narrare di passione sfrenata, quasi una fede, per il calcio… pagata ad un prezzo altissimo e quasi incomprensibile per chi ha vissuto dall'altra parte della Cortina di Ferro.

Nessun commento:

Posta un commento

Niente parolacce, né!

Capitalismo Woke