domenica 7 aprile 2019

La ruga del cretino


La terza figlia di Serpe e Arcadio si chiama Birce, ed è nata storta.
Ha una macchia sulla guancia sinistra e ogni tanto si perde via e dice e fa cose strane.
Chi la vuole una così? Chi la prende anche solo come servetta di casa?
E' l'agosto del 1893 e per i due coniugi, lavoranti presso il rettorato del Santuario di Lezzeno, poco sopra Bellano, é arrivata l'occasione giusta.
Perché una devota, Giuditta Carvasana, venuta ad abitare da poco a Villa Alba, é intenzionata a fare del bene, per esempio aiutare una giovane senza futuro.
Per Birce non sarebbe cosa da poco, perché la vita non pare riservarle un destino felice.
Come a quella povera fioraia di Torino, massacrata per strada.
Che, a dire il vero, in quell'estate lontana, non è la prima vittima.
I corpi sono a disposizione della sala anatomica dell'università torinese, dove il dottor Ottolenghi, assistente del noto alienista Cesare Lombroso, li analizza con cura, convinto che dalla medicina possa venire un aiuto alle indagini.
Oltre tutto, dalle tasche delle sventurate salta fuori un biglietto con incomprensibili segni matematici.
Indicano un collegamento tra quelle morti?
E nel mirino dell'omicida può essere finito lo stesso Lombroso, che già aveva ricevuto un analogo foglietto insidiosamente anonimo?
Ne "La ruga del cretino", il mondo di Andrea Vitali, esilarante e pittoresco, si colora con le tinte del giallo, portando le lancette del tempo all'epoca degli albori della psichiatria e della nascente criminologia moderna.
Una prova letteraria che alla felicità narrativa unisce un desiderio di esplorazione. (tratto dal libro).
 

 
Quanta della verve di Vitali, viene sacrificata per dare spazio alla crime story di Picozzi?
Quanto ne guadagna il testo e quanto ne perde? Certi ibridi, a volte riescono (vedi l'accoppiata vincente Guccini - Machiavelli) altre volte generano sgorbi.. o semplicemente polpettoni, che, se non indigesti, certamente risultano insipidi… La ruga del cretino - a mio giudizio, sia ben chiaro - finiscono in questa seconda grey zone…
Privati dell'umorismo del Vitali, rimontati con la presenza del personaggio storico (Cesare Lombroso tra tutti), innestati di mistero, spiritismo, cronaca nera… il trasporto sul lago di Como, in quella Bellano e dintorni, vero ombelico del mondo, non paga…
E dire che i presupposti per farne un buon romanzo c'erano tutti… peccato che le aspettative si perdano in strada, come quei piatti a lungo nominati, di cui si sente il profumo uscire dalla cucina, portati in tavola sotto il classico copri piatto in metallo, di cinematografica memoria, quando li portiamo alla bocca, ci appaiono assolutamente al di sotto delle aspettative.
Ecco. La ruga del cretino è proprio questo.
Il pluriomicida, la seduta spiritica, la ragazza invasata, il biglietto con le formulette matematiche... e poi? e poi niente… abbiamo scherzato… anzi, forse ci si prospetta un secondo episodio.. per dire cosa, temo nulla.

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