sabato 10 novembre 2018

Questo è Kafka?

"Nel corso del lavoro per la sua monumentale biografia di Kafka, Reiner Stach ha isolato novantanove "reperti" che corrispondono ad altrettanti momenti ed episodi, testimoniati dallo scrittore stesso o da suoi amici e contemporanei.
Tale mosaico ci mostra un Kafka poco conosciuto: frequentatore di casinò e bordelli, o di un collezionista di foto osé, o in ufficio in preda al fou rire di fronte al sussiegoso superiore, o fra gli appassionati di nuoto e d'aeroplani, o seduto in giostra in mezzo a ragazzine vocianti, ma anche abile falsificatore della firma altrui - si tratti di Thomas Mann o di una sedicenne vagheggiata a Weimar…
Fra le sorprese che ci riserva il libro, vi è la prima "lettera al padre", rivolta ancora ai "cari genitori", e la piantina dell'appartamento in cui Gregor Samsa si risveglia trasformato in un insetto.
Se esilarante è la pubblica lettura della Colonia Penale in una galleria di Monaco, dove gli astanti cadono in deliquio o fuggono, incapaci di reggere quell'odore di sangue, mentre Kafka prosegue imperterrito, commovente è la storia delle lettere che lo scrittore attribuisce a una bambola persa in un parco di Berlino, per consolare una bambina in lacrime. Lettere perdute per sempre.
Conservato è invece l'appello a Kafka di un infelice messo alle strette dalla cugina che non comprende il senso della Metamorfosi". (tratto dal libro).
 
Se non ci fosse stata la tempesta nazista, quanto sarebbe stata diversa la nostra cultura? Quanto innovativa e incredibilmente attuale quella mittel-europea? Me lo chiedo, leggendo questo bellissimo testo, che ci presenta 99 momenti della vita di Kafka, rendendocelo più umano e al tempo stesso ancor più - semmai ce ne fosse stato bisogno - moderno, attuale, capace di guizzi di intelligenza e di buon cuore.
Un uomo, capace di descrivere ogni singolo e semplice aspetto della vita borghese, dandole una luce ed una veste poetica… perché sono gli occhi che vedono ma è il cuore che descrive.
Prendiamo il reperto a pagina 213.
Per consolare una bambina che aveva perso la bambola nel parco di Steglitz a Berlino, Kafka le scrive delle lettere a nome della bambola stessa, riuscendo così, mediante la verità della finzione. Per tre settimane la recita andò avanti giornalmente sino a che giunse il momento di trovare un finale autentico.
Le scrisse quindi che la bambola si sposava e non si sarebbero più potute sentire per i suoi numerosi impegni… Kafka aveva risolto il piccolo dramma di una bambina attraverso l'arte, il mezzo più efficace a sua disposizione per poter dare ordine al mondo.
O il repertorio a pagina 231
Kafka e Brod perdono tutti i loro soldi al gioco…
"Puntiamo alternandoci, sempre sul dispari… alla fine perdiamo entrambi, eppure abbiamo la costante sensazione che un gioco simile debba durare in eterno… E' il nostro errore. Il denaro se ne va come su di un piano lievemente inclinato, o come l'acqua che si fa defluire dalla vasca da bagno e scorre via con tanta lentezza da sembrare sempre lì. A tratti lo scarico persino si ostruisce… ma alla fine tutto è scomparso".... che dire? poesia.
 

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