sabato 17 novembre 2018

George Lucas

Mi capita tra le mani un "vecchio" inserto de l'Unità, allora era il 1995 e, con Veltroni direttore, si inaugurò l'era degli inserti culturali: film, musicassette, libri, ogni genere di gadget che, se da un lato fidelizzava, dall'altro distribuiva cultura a basso costo ma ad alto contenuto.
Ma veniamo al testo. A cura di Sergio Arecco, la descrizione di alcuni dei migliori film di George Lucas, legati dal filo rosso dello smarcarsi da una giovinezza di periferia americana (peraltro poco diversa da quella italiana… le periferie sono tutte uguali) e attraverso i film: "L'uomo che fuggì dal futuro", "American Graffiti", "Guerre Stellari" e via discorrendo, farne comprendere la crescita e la maturazione del regista.
Forse, a tratti, vi è una certa pedanteria, una certo ricorso ad iperbole, laddove sarebbero sufficienti pochi concetti ben piazzati in una descrizione succinta… ma si sa, il mestiere del critico cinematografico si nutre di parole, di giri in giro… di esempi.
Interessante l'articolo finale: "La metafisica dei media" ove fa l'apparizione la descrizione di un nuovo modo di fare cinema (il videogioco) e Arecco giustamente si interroga su cosa sia e dove il cinema andrà a finire… a vent'anni di distanza ce lo chiediamo ancora.
 

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