venerdì 17 novembre 2023

La scomparsa dei riti


L'odierna ossessione per un'autenticità fondata sul narcisismo dell'io, la costante ricerca del nuovo e dell'inedito, la bulimia consumistica dell'usa e getta che pervade ogni ambito determinano nei rapporti e nelle pratiche che caratterizzano la società contemporanea, una sempre più evidente e sintomatica scomparsa delle forme rituali.
Tuttavia, la struttura inimitabile e ripetitiva, così come la teatralità dei gesti e l'attenzione riservata alla bella apparenza, conferiscono ai riti un potere simbolico profondamente unificante.
Il silenzio, il raccoglimento, il senso di sacralità necessari allo svolgimento del rito fondano un legame tra il sé e l'esterno, tra il sé e l'altro, i riti oggettivano il mondo, strutturano un rapporto con il mondo, creando una comunità anche senza comunicazione, propria della società rituale.
Han, contrappone la comunicazione senza comunità, quel "baccano" in cui una società sempre più atomizzante, il soggetto si esprime e si produce ritrovandosi a girare a vuoto su sé stesso, privo di un mondo di reali interazioni.
Per infrangere questo corto circuito, e all'interno di una più ampia critica delle patologie del contemporaneo, Byung-Chul Han propone un recupero del simbolismo dei riti come pratica potenzialmente in grado di liberare la società dal senso di una vera connessione con l'altro e rincantando il mondo.

Libretto da centellinare. Contiene passaggi che aiutano a capire la società odierna e il suo evidente declino, cosa abbiamo perso e cosa ancora possiamo recuperare. 

I riti sono azioni simboliche. Tramandano e rappresentano quei valori e quegli ordinamenti che sorreggono una comunità.
Creano una comunità senza comunicazione, mentre oggi domina una comunicazione senza comunità.
A costituire i riti è la percezione simbolica. Il simbolo (dal greco Symbolon) indica originariamente il segno di riconoscimento tra ospiti (tessera hospitalis). L'ospite spezza a metà una tavoletta d'argilla e ne dà un pezzo all'altra persona in segno di ospitalità. In tal modo il simbolo serve per il riconoscimento.

Le cose sono il punto fermo, stabilizzante della vita. I riti hanno la medesima funzione: stabilizzano la vita per mezzo della propria medesimezza (Selbigkeit), della loro ripetizione (Wiederholung).
La ripetizione come riconoscimento é quindi una forma compattante; il passato e il futuro vengono compattati in un presente vivo.

Nell'era postindustriale il baccano delle macchine cede il passo al baccano della comunicazione. Più informazioni, più comunicazione promettono più produzione, così la coazione a produrre si esprime come coazione a comunicare.

La cerimonia protegge come una casa: rende il sentimento abitabile, Un esempio é il lutto. La cerimonia funebre si stende come una vernice protettiva sulla pelle e isola dalle tremende bruciature del lutto dinanzi alla morte di una persona amata.

La religione cristiana é spiccatamente narrativa. Festività come la Pasqua, la Pentecoste e il Natale sono vertici narrativi all'interno di un racconto più ampio che offre senso e orientamento.

La poesia è l'insurrezione del linguaggio contro le sue stesse leggi.

Lo spirito arguto non è un'affermazione che si lascia ridurre a un significato univoco. E' un lusso quindi lussa, devia, recede dall'affare della produzione di senso.

Bisogna prendere le distanze dall'idea comune che il potere sia sottomissione, qualcosa di negativo o crudele. Il potere non è solo repressivo, ma anche seduttivo, erotico.
E' la reciprocità a caratterizzare il gioco col potere. Così Foucault interpreta il potere da una prospettiva di economia del piacere. "Il potere non è il male. il potere significa giochi strategici. Sappiamo bene che il potere non è il male".


 

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