giovedì 16 luglio 2020

La Psicologia della forma

Per poter capire la psicologia della forma bisogna innanzitutto fare un riferimento alla psicologia "tradizionale" detta anche atomistica.
Quest'ultima è stata criticata soprattutto per il fatto di essere estranea alla vita, cieca ed astratta.
Come mai allora, una psicologia del genere ha potuto esistere se è così errata?
Sta di fatto che gli accusatori hanno indubbiamente esagerato, dandoci più che una descrizione, una caricatura di quella che é la psicologia tradizionale.
"Psicologia atomistica" è il modo di pensare che il mondo sia composto da elementi piccolissimi indivisibili e dotati di determinate forze; ad esempio il corpo umano è visto come un insieme di tante cellule dove, conosciuta la singola cellula pare scontato conoscere il tutto, l'elemento base dei movimenti è il riflesso.
Per la psicologia atomistica quindi, la percezione assume un aspetto molto importante: come spiega l'impressione gustativa ad esempio di un gelato? Gelato alla vaniglia è dato dal freddo + dolce + odore + molle + giallo.
Qui la psicologia della forma stabilisce che non ci si può accontentare di questa singola equazione perché se sparisce un elemento decade tutto, questo perché non si può osservare ogni singolo elemento separatamente ma bisogna vederlo nella totalità della cosa.
La psicologia tradizionale spiega che la percezione deve attenersi alle sensazioni pure, cioè a quella psicologica che esprime un concetto secondo il quale esiste un parallelismo tra stimoli sensoriali locali ed impressioni vissute.
Altro concetto, spiegato dalla riflessologia, è il fatto che, non è vero che esistono centri motori costanti (nel nostro corpo) che coordinano ogni nostro movimento, ma al contrario è la periferia che si crea dei centri transitori, gradualmente o provvisoriamente.
Esempio per quest'ultimo:
"Amputando le zampe anteriori ad un cane si è visto che questo inizia a muoversi con quelle posteriori, camminando come un canguro con un incredibile agilità, così come per tutti gli animali a quattro zampe".
Quindi si deve abbandonare la concezione atomistica nei riguardi del sistema nervoso centrale lasciando spazio ad un modo di vedere "totalitario".
Per investigare i fattori che calcolano l'organizzazione del campo visivo in unità separate e autonome la psicologia della forma si è servita di figure ottiche semplici, costruite con punti e linee.
Ecco le leggi più importanti:
- Legge della vicinanza;
- Legge della uguaglianza;
- Legge della forma chiusa;
- Legge della "curva buona" o del "destino comune"
- Legge del moto comune;
- Legge dell'esperienza;
La psicologia della forma, oltre alla forma di pensiero, analizza anche le forme d'azione, esse si distinguono in sottospecie come azioni istintive, impulsive e intenzionali.
Una forma è caratterizzata per essere delimitata, spiccante, coerente o "chiusa", strutturata ed organizzata.
Tanto più forte è una forma tanto più difficile è un intervento all'esterno, in questa forma il tutto e le sue parti si formano reciprocamente predominando il tutto fenomenicamente delle parti.
Il concetto dinamico dello spazio è un altro argomento affrontato dove si comprende che nello spazio possiamo scorgere una cosa (vederla) e nel frattempo scorgerne anche un'altra (questo anche per l'audio).
A produrre le sensazioni del nostro corpo (chinetosi) sono sensazioni muscolari, tendinee, articolari, impressioni ottiche eccetera, queste ci informano (quando non sono riferite al nostro io corporeo) idi qualità dure o molli, ruvide o lisce, leggere o pesanti.
Importante è l'autoregolazione dinamica dell'organismo, dove l'individuo quando non è in più in grado di capire cosa sia giusto o meno, così come l'animale, viene autoregolato "inconsciamente" dal proprio istinto corporeo.
Quando invece l'individuo possiede la ragione usufruisce anche dell'esperienza.
Avremo quindi di fronte a noi tre tipi di psicologia: Psicologia Animale, Psicologia Infantile, Psicologia Etnologica.
Uno dei più grandi meriti della psicologia della forma è l'aver dimostrato che a psicologia tradizionale è rimasta cieca per certi fattori di organizzazione formale, che formano invece le premesse necessarie di questa esperienza.
Questo metodo della psicologia della forma di vedere le cose nella loro totalità può, secondo il parere dello scrittore, essere applicata all'architettura poiché noi non possiamo vedere un particolare costruttivo se non inserito nella totalità dell'opera.
Vedere il particolare indipendentemente significherebbe far decadere il proprio significato.
 

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