domenica 3 novembre 2019

La Torre

Nella Dresda degli anni '80, gli abitanti della Torre, un quartiere residenziale sulle pendici dell'Elba, sembrano vivere fuori dal tempo. Nelle loro ville ormai fatiscenti, cercano di sfuggire al grigiore e alla decadenza del sistema socialista dedicandosi alla musica, alla poesia e alla pittura. Anne e Richard Hoffmann vivono nella Torre insieme ai due figli, Christian e Robert. Richard, amante della musica e delle arti figurative, è un chirurgo dell'Accademia costretto a confrontarsi ogni giorno con il dissesto del sistema sanitario. Ha una relazione extraconiugale e per questo è ricattato dalla Stasi e costretto a spiare i suoi colleghi. Christian, il figlio maggiore, vuole studiare medicina, ma per avere un posto di studi all'università deve prima prestare servizio "volontario" nell'Esercito Nazionale Popolare, pur essendo lui uno spirito votato alla libertà. Lo zio di Christian, Meno Rohde, è redattore presso un'importante casa editrice, frequenta gli autori più influenti e rappresentativi della cultura socialista ed è costretto a lottare contro gli ingranaggi della censura. Poiché è nato a Mosca ed è figlio di rivoluzionari, Meno ha accesso al quartiere di "Bisanzio", dove vive la nomenclatura e ha sede l'apparato istituzionale che controlla le vite dei cittadini. Silenzioso e grande osservatore, Meno fa da tramite fra il mondo del regime e quello nostalgicamente borghese della Torre, raccontando nelle pagine del suo diario le contraddizioni di entrambi.  (tratto dal libro).

 
Le oltre 1300 pagine che compongono questo romanzo, si concentrano negli ultimi dieci anni di vita della ex DDR e dei suoi abitanti… conosciamo così i "privilegiati", coloro che vivono nella dorata "Bisanzio" e dei "comuni", quelli che devono affrontare ogni giorno le impossibili carenze del regime comunista, la struttura di sospetti, bugie, paure, cattiverie, e di miseria, mancanze, che accompagnano una dittatura del popolo (ma sempre dittatura) oramai agli sgoccioli, eppure, proprio perché sente prossima la fine, ancora più feroce, idiota, priva di senso.
Bellissima storia, molto vera, molto autobiografica, di una Germania, l'altra Germania, a noi ignota, per tanto tempo e che ora, a tanti anni da quel fatidico 1989, ci viene raccontata nella sua assurdità… un modo per non rimpiangerla. Un grande romanzo.
 

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