La nostra è la prima epoca senza eredi.
Non riconosciamo eredità da trasmettere.
Nessuno continuerà l'opera, nessuno salverà quel che poteva e doveva essere salvato.
Il tempo non è galantuomo ma smemorato: non renderà giustizia.
Viviamo tra contemporanei senza antenati né posteri, uniti solo dal vago domicilio della stessa epoca; non consorti, al più coinquilini occasionali.
E' l'epilogo coerente di una società senza padri divenuta società senza figli.
E ciò vale a partire dagli autori e dalle loro opere.
Per reagire a questa amnesia, cancellazione ed emorragia, Marcello Veneziani ha composto una raccolta di settanta miniature di saggi, succinte biografie, profili non convenzionali, in vari casi sconvenienti.
Da Pascal a Vico, da Leopardi a Manzoni, da Baudelaire a Proust e a Kafka, da Vattimo a Ratzinger, fino ai pensatori e agli scrittori più vicini a noi e viventi.
Prima di loro, a essere senza eredi sono i classici, i grandi del passato, cancellati o abbandonati, quando non maledetti.
Siamo scesi dalle spalle dei giganti senza eredi non è possibile nemmeno un pensiero nuovo, rivolto al futuro e all'essenziale, in grado di superare la nostra società dell'oblio che tende a perdere il senso critico, la cultura e l'umanità.
La vera sciagura del presente non é l'avanzata dell'intelligenza artificiale ma la ritirata della intelligenza umana.
Non resta che ribellarsi a questa china riscoprendo un diverso destino.
Posizione 11 - L'iperconnessione tecnologica e l'ipoconnessione umana sono un tratto saliente della condizione umana in cui la tecnologia fa compagnia a chi è solo e isola chi è in compagnia.
Posizione 414 - La solitudine è una sovranità senza regno. L'amicizia è un legame senza sovranità.
Posizione 429 - Ogni discepolo porta via qualcosa al suo maestro, spiega Oscar Wild nel "Ritratto di Dorian Gray", in cui teorizza: "influenzare un individuo significa dagli la propria anima... egli diventa un'eco della musica di qualcun altro, uno che recita una parte che non è stata scritta per lui".
Posizione 507 - L'amore non corrisposto è una morte in vita.
Posizione 514 - Nella ricerca proustiana del tempo perduto, la morte di chi ti è caro o lo svanire del passato, tra i dolori che arreca, dona però un piacere: quel che resta nella memoria degli affetti é un ricordo selettivo, il meglio, ciò che davvero merita di essere salvato, la sintesi squisita di quel che fu.
Posizione 1602 - Kafka riconosceva la superiorità del male sul bene, anche sul piano della conoscenza: "il male conosce il bene, ma il bene non conosce il male". L'asimmetria malefica della vita. I due peccati capitali dell'uomo, per Kafka, sono l'impazienza e l'inerzia. Tutti gli altri discendono da questi; a causa dell'impazienza gli uomini furono cacciati dal paradiso, a causa dell'inerzia non possono tornarci.
Posizione 1786 - Giovanni Gentile. In "Genesi e struttura" si profila il suo pensiero comunitario: la comunità non accomuna solo i viventi, ma anche chi ci ha preceduto e chi ci seguirà. E' il filo della "tradizione". La filosofia ne é la sua coscienza: in fondo all'Io c'é un Noi; che è la comunità a cui egli appartiene, e che é la base della sua spirituale esistenza, e parla per sua bocca, sente col suo cuore, pensa col suo cervello. La comunità è presente come legge interna all'individuo.
Posizione 2562 - La poesia è una forma di preghiera; abita in un posto segreto dell'uomo e gli dona altri occhi, altre orecchie.
Posizione 2674 - Quando penso che non m'innamorerò, ormai, più / che non soffrirò, ormai, più per amore / mi sento un morto a cui batte il cuore.
Posizione 3457 - Oggi gli scenari sono globali e individuali, ma le classi sociali non servono più: sono fluttuanti, indefinibili, magmatiche. Si è proletari rispetto ai benestanti, però si diventa ceto medio rispetto ai migranti.
Posizione 4253 - A un narratore chiediamo di portarci via di qui, di farci vedere un'altra vita, o comunque con altri occhi sotto altra luce.
A un pensatore, invece, chiediamo di portarci nel cuore delle cose, di farci capire chi siamo e dove siamo, di darci le chiavi per entrare nell'essenziale o per ricercarlo, tra libertà e destino.
A un pensatore, invece, chiediamo di portarci nel cuore delle cose, di farci capire chi siamo e dove siamo, di darci le chiavi per entrare nell'essenziale o per ricercarlo, tra libertà e destino.
Gli eventi sono soltanto la schiuma delle cose.
Eppure è una bestia cattiva, l'uomo, a volte brutale, vive tra rabbia e dolore, è mortale, e sfoga la sua mortalità infliggendola agli altri. Pensa di scaricare il male sul prossimo. E così lo moltiplica.