martedì 10 dicembre 2019

I piccoli fuochi

Martin Bora, il nobile soldato della Wehrmacht, sente sempre una grande nostalgia quando è costretto a rivedere, nel fuoco della guerra e nel piombo dell'occupazione, i luoghi dove visse la sua dorata gioventù. Siamo a Parigi, nell'autunno del 1940; Bora era stato inviato nella ex Ville Lumière invasa dagli "amabili conquistatori", per un incarico adatto a un uomo colto come lui: controllare le mosse di Ernst Jünger, il grande scrittore, l'eroe della patria, l'amante della guerra, che però ha col regime di Hitler un infido rapporto. Ma presto, non senza sollievo, lascia la città per una nuova missione. È stata uccisa la moglie bretone, e ricchissima, di un commodoro della Marina del Terzo Reich, per giunta amico del capo supremo dei servizi Canaris, nonché uomo vizioso e dalle molte amanti. In casi come questi le alte sfere si rivolgono a Bora per il suo acume di investigatore, nonostante la sua mente sia troppo libera. In Finistère, Martin rincontra Jünger, che sembra votato a incomprensibili fini, e avvia il suo lavoro affondando lo scandaglio dell'inchiesta nei tanti piccoli fuochi accesi dall'indipendentismo bretone: fatto di tradizionalismo celtico, strani riti, croci calvario e "case maledette". Ma è la pista giusta? A cosa mira il grande Jünger ? E chi è veramente quello strano bretone, quel prete spretato capace di riaccendere ad uno ad uno tutti i fantasmi da cui il rigido ufficiale sassone è inseguito? (tratto dal libro).
 

Avendo letto altri testi (prima e dopo questo periodo temporale) delle gesta di Martin Bora, comincia a crearsi un filo rosso, un collegamento tra i prima ed i dopo. Il personaggio mi diventa familiare e certe sue azioni e suoi pensieri diventano prevedibili, così da rendere possibile leggere e vedere con chiarezza ogni variazione. Se cambiando la disposizione degli addendi la somma non cambia, a fare la differenza resta il paesaggio, i personaggi secondari, il luogo (inteso come nazione, in questo caso la Francia occupata dai nazisti), che possono far decollare la storia e dare il necessario pepe al tutto.
La trama tiene e non mi serve nemmeno farmi la solita guida riassuntiva che dovrebbe aiutarmi a raccapezzarmi tra i personaggi, i loro legami, il loro vissuto. Si arriva in fondo e si capisce che Martin fa l'ispettore (molto), la spia (poco e male), il militare (quasi per nulla).

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