sabato 2 dicembre 2017

Unastoria

 
"Unastoria sono due storie. Quella di Silvano Landi, uno scrittore che alla soglia dei cinquant'anni vede la sua vita andare in pezzi, e quella del suo antenato Mauro, soldato nella carneficina della Prima Guerra Mondiale. Sotto i cieli di una natura magica e crudele, ieri come oggi, Gipi racconta la fragilità e la bellezza, le lacrime e le speranze degli uomini.
La storia di un'eterna caduta nell'abisso e di come, nonostante tutto, ogni volta ci si possa rialzare".
 
 
Così descrive il fumetto la quarta di copertina. Ed è, come sempre, difficile cogliere, da quanto scritto, il vero senso della narrazione, che i colori, le immagini, le scarne parole o i sottotitoli del fumetto, vero "medium" degli ultimi cento anni sa dare, a chi lo ama, a chi ha la pazienza di volerlo "leggere", andando oltre la visione della pagina, cercando nelle sfumature dell'insieme descrittivo il vero messaggio che il "fumettaro"? "fumettista"? io preferisco "l'artista", è in grado di trasmetterci.
L'alternarsi ed il legarsi di due storie, a cui si affianca la terza, quella che "vive" solo nella testa di Silvano, creano un "continuum" tra due momenti storici diversi, accomunati dall'essere umano.
Perché - ed è questo il messaggio che ho colto - cambiano i tempi e le condizioni, ma l'essere umano è sempre lì, con le sue debolezze, le sue speranze, le sue idee, i suoi punti fissi: la morte, la vita, l'amore, la sopravvivenza dal dolore. Saperlo raccontare è un'arte che la letteratura ci ha donato con grande capolavori, saperlo disegnare è un'altra storia. Gipi lo sa fare.
 


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