Nel 1979, Vàclav Havel è in carcere con alcuni amici in attesa del processo.
L'accusa, come sempre, non è chiara, ma è evidente che il potere burocratico ha intenzione di porre fine ad ogni forma di dissenso.
Il futuro presidente della Repubblica formula in questo libro la propria autodifesa, delineando in essa, attraverso l'analisi di ciò che egli chiama i sistemi "post-totalitari", le caratteristiche di una forza nuova, destinata, di lì a poco, a sconvolgere il mondo.
Il "Potere dei senza potere" non è opposizione nel senso politico corrente del termine, né convenzionale dissenso: nasce dalla "vita nella verità" in opposizione alla "vita nella menzogna", è una fase elementare e radicale della rivolta contro i sistemi e le manipolazioni che, da qualunque parte provengano, tendono sempre ad annullare il valore dell'individuo. (tratto dal libro).
1991, due anni dopo la caduta del muro. Quante cose non sapevamo dell'oltre cortina. Ero appena stato nella ex DDR e avevo visto un mondo arretrato che, da un lato incuriosiva ma da quell'altro dava l'idea della miseria quotidiana di un sistema politico che avrebbe dovuto portare il paradiso in terra. E la Cecoslovacchia (oggi due Stati distinti) non faceva eccezione, anzi! La Primavera di Praga aveva fatto capire a tutti (escluso i nostrani cecati dall'ideologia) che quella non era la strada.
Un'ideologia aveva promesso e non aveva mantenuto. Si era però camuffata in tante cose.. "offrendo all'uomo errante un casa accessibile chiedendo in cambio la delega della ragione e della coscienza nelle mani dei superiori, secondo il principio di identificazione del centro del potere con il centro della verità".
E quante risorse si liberarono con la caduta del regime. Un peccato vedere dove siamo arrivati dopo 30 anni di benessere. Un vero peccato.
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