In queste pagine non ho la presunzione di provare a cambiare la vita degli altri, né di sostituirmi a medici, dietologi, fisioterapisti psicoterapeuti, insomma a coloro che hanno studiato e sono dotati dei requisiti per accompagnarci e sostenerci nella terza età.
Nel mio cassetto ho solo il diploma di quinta elementare, una vita trascorsa a lavorare come contadino, boscaiolo, camionista e per un quarto di secolo ruspista in una cava.
Ho però uno stile di vita e una filosofia di vita da raccontarvi, che mi permettono di avere corpo e cervello in sintonia e di cancellare dal mio vocabolario la parola "vecchio".
Io sono un adulto "senior", un termine inventato in Gran Bretagna che mi piace un sacco.
Si, morirò adulto senior.
E non pensate che, dopo aver letto queste pagine, siate pronti a partire con me per il Deserto o il Monte Bianco con le scarpette da ginnastica in valigia…
La soddisfazione più grande sarebbe riuscire, con la mia testimonianza, a trasmettervi gli stimoli (anche uno solo) che vi aiutino a ribellarvi al tempo che passa.
Marco Olmo è già entrato nell'Olimpo dello sport mondiale per aver vinto molte ultramaratone, le competizioni che superano i 100 chilometri di corsa - continuativa nei deserti o sui crinali delle montagne.
Ma ciò che lo fa brillare di una luce unica é che ha vinto l'Ultra Rail del Monte Bianco nel 2006 e nel 2007, quando aveva già compiuto 58 anni.
E ha continuato a farlo anche in seguito, collezionando successi in quella fase dell'esistenza in cui tutti rallentano, se non addirittura si ritirano.
E' questo il dettaglio che trasforma le sue imprese sportive in una testimonianza motivazionale per tutte le persone che affrontano la terza età.
Olmo è l'esempio eclatante che si può attraversare "di corsa" anche la terza stagione della propria vita.
Chi ci arriva in buona salute può tornare protagonista della propria esistenza individuando nuove tappe da conquistare… (tratto dal libro).
Certamente Marco Olmo è atleta dal curriculum eccezionale, e soprattutto raggiunto ad un'età che per altri è out, fine dei giochi.
Per questo, oltre a stupirci, non può che essere il candidato ideale quale testimonial della possibilità, ad ogni età, di tirar fuori il meglio di noi e dedicarci a ciò che ci piace, suscita curiosità e soprattutto ci fa stare bene.
Arrivo a questo testo, ovviamente incuriosito, dopo aver letto "il corridore" la storia di quest'uomo e le sue incredibili vittorie, del tempo (anagrafico) e dello spazio-tempo (con distanze percorse in tempi super).
Devo però dire che resto parzialmente deluso. Forse un'operazione commerciale… forse un testo dedicato ad una terza età priva di midollo osseo… resta il fatto che mi aspettavo di più e meglio. Si finisce nella realtà di avere tra le mani, un libro colmo di buoni consigli (di quelli dati dalla vicina di casa) che però non vanno oltre il "si potrebbe"... aggiungi poi, una (legittima) scrittura civettuola, da parte del buon Olmo, sempre a ricordare del suo passato da perdente, delle sue vittorie, del suo essere semplice ed umile (vero, questo non si discute)… che finisce per renderlo un pochino antipatico.
Credo che la scelta editoriale abbia giocato un brutto tiro ad Olmo, rendendolo noioso e petulante, peccato, tenuto conto dello spessore dell'atleta.
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