Non c'é niente da fare. Mi attrae come l'orso al miele. La guardo dal balcone di casa, ne osservo il progredire o il regredire della linea della neve, lo scorrere delle nubi sulle sue pendici, mi immagino da lassù mentre mi osservo da quaggiù e oggi, salendoci, mi immagino viceversa osservarmi mentre abbraccio le sue pareti, la sua lunghissima e panoramica cresta, mentre il bianco dell'ultima e ritardataria neve si avvicina (e mi preoccupa, vista la scarsa consistenza e il sottostante maledetto paglione).
Come non innamorarsi di una simile cima? Come non volerla salire ogni tanto? Magari in una giornata tersa come quella odierna, con un aria fresca, che riduce sudore e fatica?
Ed infatti, 1° maggio, eccomi qui. Ancora su questo sentiero, mentre salgo mi arriva un messaggio: "hai vinto il primo premio, 8 tagli di capelli" è il mio barbiere, ho partecipato alla lotteria di Pasqua, il numero giocato è uscito e io comincio a ridere come un matto per almeno mezzora…
Ma veniamo all'escursione odierna… dopo il piccolo boschetto, ecco il muro, con il solco che indica il sentiero e via, una salita, un falsopiano, una salita, un falso piano… sino alla prima croce, il Cerrano… e poi si continua, altra salita, poi si scende sino alla bocchetta con un altro boschetto e da lì salitone impegnativo sino ad incrociare la via che sale dal Santuario… ecco la neve… per un tratto la attraverso, poi all'inizio dell'ultima cresta indosso i ramponi. Meglio non correre rischi. E bene faccio. Arrivo così alla bellissima croce di vetta. Un panino, due foto, due chiacchiere e poi si scende.
Cosa rimane? Tante immagini per gli occhi e per l'umore. Sport ed aria buona. E tante emozioni.
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