sabato 11 maggio 2019

State of the World 2001

Qual è oggi lo stato del Pianeta? E che cosa si può fare per cambiare?
Il prestigioso team di ricerca del World Watch Institute continua il suo sforzo interdisciplinare per mettere a fuoco e analizzare i trend ambientali e sociali che caratterizzano l'inizio di questo terzo millennio.
E' un mondo che ha davanti una sfida fondamentale: costruire una società governata da un'economia sostenibile prima che l'uomo danneggi in modo irreversibile i sistemi naturali che sostengono la Terra.
Ci sono segni inconfutabili di un sempre più grave affaticamento fisico del pianeta: l'assottigliamento dei ghiacci artici, l'inquinamento delle falde o la sempre più rapida estinzione di molte specie di anfibi, non sono che la punta dell'iceberg di un problema ben più grave che coinvolge l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo, la terra su cui viviamo.
E dal punto di vista sociale, le crescenti iniquità e disuguaglianze nel benessere e nel reddito fra paesi diversi e all'interno degli stessi Paesi sono il segno di squilibri sempre più gravi, che rischiano di generare enormi conflitti sociali se non vengono affrontati con rapidità e decisione. (tratto dal libro).
 
Parto svelandovi un segreto di redazione: questo libro l'ho letto dopo l'edizione del 1998. Solo che, avendole ordinate insieme dalla biblioteca, è arrivata prima questa. Avrei potuto preparare il pezzo, attendere l'altro volume, scrivere la recensione e poi pubblicare questo in coda.
Ma, visto che il tempo è dalla mia parte, che posso barare grazie alla tecnologia, semplicemente decido di non farlo, rendendo più reale quanto faccio.
In sostanza, la serie degli "State of the World" mi ha visto lettore assiduo. Attendevo ogni pubblicazione quasi con ansia… della serie "riusciranno i nostri eroi a salvare il mondo?" e ci credevo davvero… forse anche perché non sono scritti in "apocalittichese" ma in "speranzese" una lingua che a me piace e mi fa sperare che l'uomo, male supremo per questa Terra, sia anche l'unico rimedio a sé stesso. Unica possibilità per restituirci il paradiso che ci è stato donato.


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