domenica 10 dicembre 2017

K2 - il prezzo della conquista

Di K2 ho già scritto su questo spazio, ricordando il film The summit K2, e con Vertical Limit per parlare di montagna ma anche di uomini.
Uomini più abituati ad agire che a parlare. questi sono gli italiani che conquistarono il K2. La nostra montagna. Questo libro getta una nuova luce, una diversa verità su come andarono i fatti e - forse - mette la parola fine alle molte polemiche che videro Bonatti ingiustamente accusato di nefandezze e Lacedelli divenire suo malgrado il conquistatore dell'8000.
 
 
"Nei cinquant'anni trascorsi dalla conquista italiana del K2, Lino Lacedelli non ha mai rilasciato dichiarazioni riguardo alla leggendaria ascensione di cui è stato protagonista insieme ad Achille Compagnoni.
Non ha mai voluto correggere le inesattezze che sono state scritte sulla spedizione alpinistica, né replicare alle accuse che spesso gli sono state rivolte.
Se il tempo trascorso non ha attenuato i toni delle polemiche che l'impresa ha generato, ha però accentuato il desiderio di una verità più obbiettiva.
In questo libro-intervista di Giovanni Cenacchi, Lacedelli rende finalmente la sua testimonianza sui fatti del 1954.
Rivela e svela molti aspetti sconosciuti di quello straordinario evento alpinistico, storico e mediatico, offrendoci la sua versione a proposito dell'Affaire Bonatti che da mezzo secolo infiamma le pagine di libri e giornali, oltre che le aule dei tribunali.
La notte del 30 luglio 1054 Walter Bonatti rischiò di morire a più di ottomila metri insieme al portatore Hunza Mahdi per consegnare le bombole d'ossigeno che Lacedelli e Compagnoni avrebbero utilizzato il giorno successivo per raggiungere la cima.
Bonatti e Mahdi, quella sera, non trovarono la tenda dei loro compagni nel luogo stabilito e passarono una notte terribile senza riparo e privi di ogni attrezzatura.
Perché il campo Nove fu spostato altrove?
Come si spiega l'esaurimento dell'ossigeno prima della vetta?
Perché Bonatti fu in seguito accusato di aver congiurato segretamente contro i suoi compagni?
A queste domande Lino Lacedelli risponde con l'autorità di un testimone eccellente, gettando una nuova luce sull'intera vicenda, diventata un mito collettivo nell'Italia del dopoguerra.
Grazie a una scrittura serrata e appassionante, il libro restituisce una pagina fondamentale della storia dell'alpinismo italiano, che è stata troppo spesso letta sotto il segno del giallo, alla sua dimensione di avventura e di scoperta, arricchendola di personaggi finora lasciati in ombra, di episodi dimenticati - e a volte occultati -, di quelle emozioni intense che accompagnano tutte le conquiste più difficili".

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